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Economia e lavoro | 28 settembre 2018, 15:24

Il Piemonte economico contro Toninelli: "Non essere qui è uno schiaffo alla nostra regione e segno di miopia"

Agli Stati generali delle infrastrutture gli inteventi delle sigle datoriali e dei sindacati non sono stati teneri verso il ministro che ha disertato l'appuntamento. Chiamparino: "Archiviarlo come show elettorale è un'offesa verso i presenti"

Il Piemonte economico contro Toninelli: "Non essere qui è uno schiaffo alla nostra regione e segno di miopia"

Più che i presenti - parecchi, in una sala pressoché gremita di Torino Incontra - sono stati gli assenti a fare rumore, nella giornata di oggi, in occasione degli Stati generali delle Infrastrutture del Piemonte.

Se infatti non mancava pressoché nessuno delle sigle datoriali (dagli industriali al mondo camerale, passando per le pmi e i costruttori), le assenze più evidenti sono state quelle del governo. Nessuno. Tantomeno quel ministro alle Infrastrutture, Danilo Toninelli, che aveva già fatto sapere da tempo di non avere intenzione di partecipare all'appuntamento. E che a Torino era venuto proprio una settimana fa, in occasione del convegno al MauTo sull'Innovazione e per l'inaugurazione di via Monferrato pedonalizzata.

Ad attaccare più a testa bassa il dicastero competente e il suo massimo rappresentante sono due che, di solito, stanno dalla parte opposta delle barricate: il presidente degli industriali torinesi, Dario Gallina e il rappresentante di Fillea Cgil, Massimo Cogliandro, parlando anche a nome di Filca Cisl e Feneal Uil. "Non partecipare a un evento come questo è dimostrazione di grande miopia quando si ragiona sul fututo di un territorio - ha detto il numero uno dell'Unione Industriale di Torino -: mi terrorizza l'idea di un sistema infrastrutturale atrofizzato, mentre la Torino-Lione è un'opera dal moltiplicatore e dal bilancio finale estremamente positivo".
A corredo di questo discorso, Gallina ha scelto di proiettare alle sue spalle un'immagine decisamente particolare. L'ingresso del tunnel del Frejus: "Non è una foto d'epoca - ha detto - ma è il ritratto attuale del nostro unico collegamento con la Francia".

Dritto al punto anche il sindacalista, che ha scaldato i toni di una discussione che fino a quel momento era rimasta piuttosto sobria, nonostante i contenuti incandescenti: "Quella del governo, oggi, è un'assenza grave. E' uno schiaffo a tutto il nostro Piemonte. E sappia il ministro Toninelli che le infrastrutture che lui oggi mette in dubbio, così come le concessioni, sono posti di lavoro. Posti di lavoro che noi difenderemo, a meno che non intenda assumere tutti gli operai come dipendenti statali". "Il ministro sfugge al confronto e scrive su Facebook - ha aggiunto Cogliandro - e non aggiungo altro perché non voglio infierire. Ma già l'immagine del ponte di Genova come un luogo dove mangiare e divertirsi dice molto". Così come dice molto una platea (anche) di imprenditori che applaude a scena aperta un sindacalista. "La costi benefici è strumentale - ha concluso - una scusa per rallentare o fermarsi. Ma come dimostra Genova, non si può perdere tempo. Ne va dello sviluppo del nostro Paese, del lavoro e del gap infrastrutturale".

E un contributo particolare è arrivato anche da Bernhard Kunz, ceo di Hupac Group, colosso svizzero della logistica con base a Zurigo. "Tra i nostri cento azionisti ci sono la più grandi case della logistica in Europa. E se tutti scommettono sul trasporto ferroviario, non è possibile pensare che la gomma sia ancora un'alternativa futuribile". E ha aggiunto: "In Italia il gap logistico è grande e servono investimenti per colmarlo. Torino può diventare un Hub e attirare investimenti come già succede per Milano, Piacenza o Brescia, dove la Svizzera investe moltissimo, oppure come Novara e Busto, dove l'indotto ha creato 6000 posti di lavoro. Però servono certezze e idee chiare, per esempio sul Terzo Valico. Ma anche sull'ammodernamento: noi vorremmo utilizzare le gallerie piemontesi, ma mancano 40 centimetri in altezza per poter trasportare con i nostri treni quei bilici che rappresentano ormai l'80% del traffico merci".

Il resto è il coro degli industriali e degli imprenditori, spaventati da un futuro senza prospettive e con troppa incertezza. "Il nostro settore negli ultimi anni ha perso 40mila posti di lavoro, come 8 Ilva - dice Giuseppe Provvisiero, presidente Ance Piemonte. E fermare 2,3 miliardi di fondi vuol dire bloccarne almeno 8 di investimenti, con relativi 30mila posti di lavoro. Cosa pensano di fare, Di Maio e Toninelli? Un supplemento speciale di reddito di cittadinanza per il Piemonte? Noi vogliamo lavoro e sviluppo. Anche per questo, per difendere il mio territorio, ho rassegnato ieri le dimissioni da vicepresidente nazionale di Ance". E Fabio Ravanelli, presidente di Confindustria Piemonte, ha aggiunto: "Rischiamo di compromettere un sistema infrastrutturale nella sua totalità e per un imprenditore, l'incertezza è il peggior deterrente a fare investimenti".

E se Ferruccio Dardanello amplia il discorso anche alla Asti-Cuneo ("Sono stato a Roma, in questi giorni. E non sono riuscito a ottenere alcuna rassicurazione", ha detto il presidente di Unioncamere Piemonte), non manca il riferimento ai legami con i cugini d'oltralpe: "La Francia rappresenta il principale partner commerciale per le imprese piemontesi: nei primi sei mesi del 2018 abbiamo esportato merci in Francia per 3,4 miliardi di euro, il 13,8% delle esportazioni regionali. E le vendite verso Parigi hanno fatto segnare un +9,3% nel 2017".

"Stiamo perdendo molte locomotive, non solo in senso ferroviario - ha detto Corrado Alberto, presidente di Api Torino -: sono le grandi aziende che, in un clima di poca chiarezza, decidono di abbandonare l'Italia. Ma se i grandi se ne vanno, le piccole che lavorano per loro non hanno scelta che chiudere. Sono intere biblioteche del saper fare che bruciano".

Anche il presidente della Camera di Commercio di Torino, Vincenzo Ilotte, è estremamente duro verso l'esecutivo: "Impone a livello nazionale un'altra analisi costi-benefici dopo 7 analisi già fatte in passato e come se stessimo parlando di un progetto strettamente nazionale. Peraltro, l'analisi è affidata a un'equipe di professionisti che si sono più volte espressi contro l'esborso da parte pubblica di finanziamenti. Non penso che darà risultati diversi dalle idee dei suoi componenti".

"Mi spiace che qualcuno abbia definito quello di oggi uno show elettorale - ha concluso il governatore Sergio Chiamparino -, trovo sia un'offesa soprattutto per chi è intervenuto qui oggi. Peraltro, sono preoccupato dal fatto che il rallentamento impresso alle grandi opere stia bloccando di fatto lo stesso Ministero, visto che anche le piccole opere, altrettanto strategiche, sono al palo. Tirarla per le lunghe per non dover ammettere di aver sbagliato alcune promesse elettorali non fa che creare una fase di stallo, pericolosissima per il Piemonte".

Massimiliano Sciullo

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