Un richiamo a reagire di fronte al dilagare di una "nuvola nera" che minaccia la democrazia. È questo l'appello lanciato dal palco in piazza Palazzo di Città, dove alle ore 16 è iniziata la manifestazione "Mai più fascismi" promossa dall'ANPI.
Un evento che ha coinvolto non solo i gruppi partigiani, ma anche tante sigle sindacali, organizzazioni umanitarie, associazioni attive nel torinese, l'Arci e i principali partiti di sinistra (PD, Liberi e Uguali, Rifondazione Comunista, Possibile). Ha aperto la manifestazione il Coro Moro con la sua celebre versione di "Bella Ciao". Sul palco anche un altro gruppo formato da richiedenti asilo, gli One Blood Family.
Con queste parole il partigiano Gastone Cottino si è rivolto alle centinaia di persone presenti: "Questa piazza racconta la storia della Resistenza a Torino, città che per il suo valore ha vinto la medaglia d'oro, combattendo contro la ferocia della repressione nazista. È la città di Di Nanni, Balbis, Giambone, fa parte di quella capillare rete sorretta dalla solidarietà tra donne e uomini di ogni genere, età ed estrazione che si formò dopo l'8 settembre del 1943. Da qui dobbiamo ancora una volta ripartire".
"Si va infittendo la trama nera che minaccia la democrazia. Quel che oggi sta accadendo in Paesi a noi vicini potrebbe accadere molto presto a noi. Dobbiamo richiamare i delusi, gli indifferent e gli arrabbiati a risvegliarsi, tutti insieme".
"Trattare Mimmo Lucano come un criminale e chiudere quel bellissimo esempio di convivenza fra persone diverse che è stata Riace in questi anni è indegno di un paese civile". Così il presidente del Consiglio regionale del Piemonte, Nino Boeti, a margine della manifestazione "Mai piu' fascismi" organizzata oggi pomeriggio in piazza Palazzo di Citta', a Torino. "Può darsi che Lucano abbia commesso qualche errore di rendicontazione - ha aggiunto Boeti - ma è un uomo onesto e per bene".
"Non conosco le cifre ma immagino che siano inferiori ai 49 milioni di euro che un partito politico di questo paese deve restituire allo Stato e il cui pagamento, con grande generosità, è stato dilazionato in circa un centinaio di anni".