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Attualità | 12 novembre 2018, 19:08

Da Bloch a Battiato, Torino attende Mattarella dopo la recente visita nel Biellese

Il Capo dello Stato è stato ospite nel fine settimana in Valle Mosso, a 50 anni dall'alluvione

Da Bloch a Battiato, Torino attende Mattarella dopo la recente visita nel Biellese

Chiare, precise, non artificiose, rassicuranti. Così si presentano le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pronunciate lo scorso fine settimana nel Biellese, a 50 anni dall’alluvione di Valle Mosso. 
In un panorama politico frastagliato, incerto, quasi surreale, le parole del Capo dello Stato appaiono quasi come un invito a ritornare sul solco della Costituzione. È proprio in questi momenti politicamente caotici, che la figura del Presidente appare di fondamentale importanza. Potremmo dire, ormai, di esserci quasi abituati. Dal 4 marzo, giorno delle elezioni politiche, forse un po' tutti ci siamo resi conto concretamente del ruolo decisivo che l'inquilino del Quirinale svolge all’interno del quadro istituzionale. Figura di equilibrio, di garanzia costituzionale, la sua funzione è anche stata definita “a fisarmonica”. La sua incidenza varia appunto in base alla criticità della situazione. Nel momento in cui il contesto lo richiede, ecco il richiamo ai principi costituzionali, che - almeno in teoria - dovrebbero influenzare gli animi, riportandoli all’equilibrio che caratterizza l’architettura democratica.

Il nocciolo della questione però, non risiede tanto nella funzione del Presidente della Repubblica, quanto invece negli atteggiamenti semplicistici e nelle “polemiche artificiose” che puntualmente scaturiscono da situazioni di precarietà politica ed economica.

Basta soltanto tornare indietro di qualche decennio per riportare alla memoria, l’atteggiamento semplicistico del famoso giornalista Guglielmo Giannini, fondatore del Partito dell’Uomo Qualunque. “L'uomo qualunque, stufo di tutti, il cui solo, ardente desiderio, è che nessuno gli rompa le scatole”, questa, una delle più famose esclamazioni del giornalista.

Eppure, oggi, se certo non si ascoltano affermazioni di tale evidenza, chiari sono gli atteggiamenti semplicistici di chi, chiamato a ricoprire un ruolo di fondamentale valore istituzionale e politico, declina col paradigma della strafottenza (e non ironia!) e della superficialità questioni che invece richiederebbero una discussione più attenta e precisa.

E se è vero quello che scriveva Arthur Bloch: “La maniera migliore per avere successo in politica è trovare una folla che sta andando da qualche parte e mettercisi davanti”, allora l'impressione è che dovremmo, da cittadini, approcciarci al discorso politico, non con atteggiamento calcistico ma con atteggiamento critico e attento.

Rimane dunque, fiducia in quelle figure chiave della Repubblica, chiamate ancora oggi a mantenere vivo e sano il “gioco” della democrazia in un contesto nazionale ed internazionale che desta preoccupazione.

In un’epoca dove, ormai, i gradi assiomi della vita democratica come la libertà di stampa, il rispetto dell’opinione dissenziente, il valore della partecipazione, il rispetto delle istituzioni democratiche, vedono il loro equilibrio essere turbato da slogan e atteggiamenti che hanno il solo obiettivo di accumulare consenso, inducono a riflettere su quanto sia necessario ritornare ad un “centro di gravità permanente”, come canta Battiato.

Proprio Torino ospiterà il Presidente della Repubblica, il prossimo 26 novembre. 

 

Antonio Chiarella

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