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Eventi | 13 novembre 2018, 10:28

Questa sera, “Kamikazen – Ultima notte a Milano” di Salvatores al Piccolo Cinema

Sei comici dilettanti vengono ingannati dal loro agente, un uomo disonesto ridotto sul lastrico, che li convincerà a esibirsi in uno squallido night club per poi scappare con la quota loro richiesta

Questa sera, “Kamikazen – Ultima notte a Milano” di Salvatores al Piccolo Cinema

 

Un impresario disonesto recluta gli attori che ha sotto contratto per una serata, ma si tratta di un inganno: il manager Corallo, infatti, convince i comici dilettanti che tra il pubblico del Bounty Club – squallido night club dove avrà luogo lo spettacolo – sarà presente un responsabile del Drive In, la celebre trasmissione televisiva di cabaret, in cerca di nuovi talenti da portare sul piccolo schermo.

Prima, però, gli attori dovranno versare all’agente una “quota” di centomila lire ciascuno. Lire che Corallo intascherà, per poi fuggire e abbandonare i comici stessi. I quali, tuttavia, terranno uno spettacolo di vero e proprio successo, riuscendo anche ad attirare l’attenzione di Canale 5.

Si tratta della trama de “Kamikazen – Ultima notte a Milano”, film diretto da Gabriele Salvatores nel 1988, responsabile di aver lanciato alcuni dei volti più noti della comicità italiana e che sarà proiettato questa sera – martedì 13 – presso il Piccolo Cinema di via Cavagnolo.

Il Piccolo Cinema è un progetto dell’associazione Antiloco, nata nel febbraio 2004 dall’idea di un gruppo di ragazzi eterogeneo, composto da artisti, film-maker, antropologi, critici letterari, storici, accomunati, questi ultimi, dalla voglia di produrre cultura, indirizzata a tutti e non slegata dai problemi sociali, e dal tentativo di favorire una partecipazione il più possibile ampia e inclusiva da parte dei cittadini.

Il Piccolo Cinema è, allora, un luogo di discussione aperto, un laboratorio di immagini, un atelier di idee. Un forum, una piazza, un luogo di incontro che utilizza il cinema per comprendere il mondo e aprirsi a esso. E viceversa, nutrendosi, a sua volta, anche della vita per capire il cinema e per affrontarlo consapevolmente. È un nuovo modo per stare insieme, dal basso, privo di gerarchia, dove l’aggettivo “piccolo” si propone proprio di sottolineare la dimensione domestica e amichevole che caratterizza lo spazio: uno specchio della vita, un modo per osservarla attraverso una lente minuta, in modo intimo e insieme collettivo.

 

Roberta Scalise

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