Non poteva rimanere indifferente neanche Torino al richiamo di un anniversario tanto forte per l'intera cultura italiana. Quella Torino elegante e riservata, dall'animo discretamente sabaudo, cede così per l'occasione il posto all'ondata trasgressiva della poesia senza padroni, cantata dalla gente per la gente, nel gelo di una sera d'inverno da riscaldare di note e vino. Il popolo di Faber, viaggiando, come direbbe lui, "in direzione ostinata e contraria", celebrerà anche nel capoluogo piemontese la sua "cantata anarchica", seguendo l'esempio del tradizionale appuntamento di Milano in piazza del Duomo. L'11 gennaio, data della morte di Fabrizio De André, piazza San Giovanni accoglierà i nostalgici amanti del "sommo poeta" della nostra modernità, per una serata di certo memorabile, prima assoluta per Torino.
La cantata è organizzata quest'anno anche a Bologna, in piazza Maggiore, a Roma, sul Pincio, e persino a Parigi, sotto l'imponente Notre Dame. Le indicazioni sono sempre le stesse: ben venga la voglia di cantare e di stare insieme, il posto per qualsiasi tipo di strumento acustico (chitarre, fisarmoniche, djembe, violini...) non manca, e che siano le benvenute anche coperte e bevande calde per scacciare il freddo.
"Ho passato settimane a pensarci", spiega Gianluca Chimienti, 29 anni, organizzatore assieme a Giuseppe Guccione. "Ho contattato i ragazzi che lo fanno tutti gli anni a Milano per avere consigli e suggerimenti. Non pensavo di ricevere così tanta attenzione in poco tempo". L'evento, già molto popolare su Facebook, conta ad oggi oltre 400 persone "partecipanti" e più di 3 mila interessate.
"Ho iniziato ad ascoltare De André quando avevo 18 anni - racconta Gianluca, che suona in una tribute band del cantautore genovese - e l'ho sempre considerato come una sorta di papà, per me. Ancora adesso, non smetto mai di scoprirne lati nuovi, ascoltando i dischi e leggendo i suoi scritti o le interviste rilasciate".
Per dare un'impostazione base alla serata, sui social è stata postata un'ipotetica scaletta con i pezzi più celebri e cantabili di Faber, tratti da diversi album: si va da Bocca di rosa a Dolcenera, da Hotel Supramonte ad Andrea, da Il pescatore a Volta la carta, fino all'immancabile trittico Blasfemo-Chimico-Giudice di Non al denaro non all'amore né al cielo.
"Ovviamente è solo una lista indicativa, vogliamo che ciascuno si senta libero di proporre testi seguendo i propri sentimenti - dice Gianluca -, altrimenti sarebbe ben poco anarchica, come cantata!".
L'obiettivo, oltre alla celebrazione del ventennale, è sicuramente quello di favorire l'aggregazione fra diverse generazioni in un ricordo affettuoso e umanamente condiviso. Tra l'altro in una zona di Torino di per sé poco allettante per il ritrovo sociale, troppo relegata al culto. Ma, del resto, è merito dello stesso De André l'aver poeticamente unito "l'amore sacro e l'amor profano".