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Economia e lavoro | 26 febbraio 2019, 14:19

Sindacati da Torino a Milano in piazza per chiedere ad Amazon più garanzie per i lavoratori

Filt Cgil: "I dipendenti della multinazionale hanno il contratto logistica, mentre i driver lavorano in condizioni molto difficili e sotto pressione: anche per loro serve chiarezza su interinali, part time e flessibilità d'orario"

Sindacati da Torino a Milano in piazza per chiedere ad Amazon più garanzie per i lavoratori

C'è anche la delegazione torinese e piemontese di Filt Cgil - oggi a Milano, in piazza XV aprile - alla manifestazione e al presidio organizzati da Filt, Fit e Uiltrasporti Lombardia sul tema delle multinazionali della logistica e in particolare dei loro investimenti.

"In Piemonte rappresentiamo i driver di Amazon dei magazzini di Brandizzo, Fubine, Gravellona Toce e Marene, senza contare i dipendenti  di Amazon di Vercelli e Brandizzo - dice Teresa Bovino, segretaria generale di Filt Cgil Torino - occorre avviare subito un confronto nazionale perché questa nuova occupazione sia sinonimo di buona occupazione".

"Le condizioni di lavoro dei driver che consegnano la merce ordinata su Amazon - prosegue - sono difficili e necessitano di un intervento  urgente in materia di salute e sicurezza per i ritmi di lavoro frenetici, orari di lavoro ultraflessibili e continue pressioni dovute a un controllo a distanza soffocante". "Amazon si avvale di piccole e medie aziende per le consegne, ma di fatto queste aziende forniscono solo mezzi e autisti. Amazon controlla attraverso un dispositivo il rendimento degli autisti ora per ora, minuto per minuto".

E ancora, dicono da Filt Cgil: "Abbiamo firmato accordi importanti con i fornitori di Amazon in Piemonte, ma chiediamo che questa azienda intraprenda da subito un serio confronto con Filt Cigl, Fit Cisl e Uiltrasporti nazionali sia per i propri dipendenti ai quali applica il contratto della logistica, sia per gli autisti che di fatto rappresentano l'immagine stessa di Amazon ai propri clienti".

"Chiediamo un confronto serio e ordinato - concludono le sigle sindacali - che faccia chiarezza, sia per i limiti di utilizzo dei lavoratori interinali, sia per l'utilizzo improprio dei part time che per l'orario di lavoro: non basta dire che si rispettano leggi e contratto e neanche che si verifica il codice di condotta dei propri fornitori".

Massimiliano Sciullo

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