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Economia e lavoro | 06 marzo 2019, 11:27

Reddito di cittadinanza, a Torino partenza soft nei Caf e alle Poste: “Poche le domande presentate”

Code pressoché inesistenti agli uffici postali e ai Caf: qualcuno, sbagliando, si reca al Centro per l’Impiego. Non si registrano disagi. Il commento di Appendino e Chiamparino

Reddito di cittadinanza, a Torino partenza soft nei Caf e alle Poste: “Poche le domande presentate”

Chi si aspettava le code alle poste e ai Caf preso d’assalto, probabilmente questa mattina sarà rimasto deluso: è una partenza a rilento quella del reddito di cittadinanza a Torino. Nonostante l’allarmismo infatti, nella mattina del 6 marzo, primo giorno in cui è possibile presentare domanda per ricevere il reddito di cittadinanza, non vi è stato alcun intoppo o disagio.

I motivi di questo inizio “soft” potrebbero essere molteplici: da una parte i tanti Caf, patronati e uffici postali presenti nel torinese, perfettamente in grado di assorbire le richieste, dall’altra la possibilità di presentare domande via telematica e la confusione che potrebbe aver spinto alcune persone a recarsi al centri di impiego territoriali. Un po’ come successo ad Aziz, papà egiziano ma residente a Torino da 14 anni: “Ero convinto di dover venire qui, dove devo andare?”.

Quest’ipotesi però viene smentita dal Centro per l’Impiego di via Bologna: “Abbiamo avuto solo tre casi di cittadini che si sono sbagliati e sono venuti qui. È tutto molto tranquillo, c’era troppo allarmismo”. Non è chiaro se le domande presentate a Torino siano poche o tante, per avere i primi dati probabilmente sarà necessario aspettare qualche giorno.

Una prima stima però può essere fatta: alle poste di via Ternengo, uno degli uffici che ha prolungato il suo orario fino alle 19:05, alle 10 del mattino, dopo quasi due ore di apertura, il reddito di cittadinanza era stato richiesto solamente da 4 persone: “Per il momento non c’è un grande afflusso, stiamo riuscendo a gestire tutto con molta tranquillità, ma la situazione potrebbe evolversi velocemente” spiega la direttrice dell’ufficio.

Chi ha già richiesto il reddito di cittadinanza, di prima mattina, è la signora Irene, 54enne rimasta senza lavoro: “Sono venuta alle Poste di corso Giulio Cesare verso le 09:00. Ho visto coda, ma per richiedere il reddito di cittadinanza c’era solo una persona davanti a me. Sono riuscita a fare tutto senza problemi, speriamo la mia domanda venga accettata” confida speranzosa. Anche in corso Palermo 55 e al caf UIL di via Bologna, le persone in coda si possono contare sulle dita di una mano: il “day one” del reddito di cittadinanza a Torino sembra essere più tranquillo del previsto.

"Come sindaca, - scrive su Facebook Chiara Appendino sul reddito di cittadinanza - ribadisco quanto questo strumento sia importante per contrastare la povertà che, purtroppo, è ancora molto diffusa nel nostro Paese. Nelle grandi città come nei piccoli centri urbani. Come sa bene chiunque amministri e conosca le attività degli uffici dei Servizi Sociali". Per la prima cittadina si tratta "di restituire dignità a chi l’ha perduta e di dare speranza tramite reddito, lavoro e formazione a chi aveva perso ogni speranza".

"Il mio auspicio - continua la sindaca - è che si continui a lavorare tutte e tutti insieme per fare in modo che questo provvedimento possa portare i massimi benefici a tutto il Paese. Ora avanti con la legge sul salario minimo e con il taglio del cuneo fiscale, su cui il Governo è già al lavoro", conclude la prima cittadina.

A margine del Consiglio regionale di oggi, ha parlato del reddito di cittadinanza anche il Governatore Sergio Chiamparino. Queste le sue parole:

“Sono contenta che, rispondendo a un’interrogazione del Partito Democratico alla Camera, il ministro Di Maio indichi come prioritario trovare una mediazione con le Regioni sui cosiddetti navigator”. Lo dichiara, in merito al reddito di cittadinanza, l’assessora al Lavoro della Regione Piemonte, Gianna Pentenero, che aggiunge: “Di certo non si può accusare le Regioni di immobilismo: in Piemonte abbiamo stabilizzato i lavoratori precari dei centri per l’impiego e siamo pronti a collaborare nel modo più proficuo con il governo per evitare che il reddito di cittadinanza resti una misura puramente assistenziale".

"Quello che, insieme alle altre regioni, da mesi stiamo chiedendo è che si rafforzino i servizi per l’impiego con assunzioni stabili, non con 6 mila precari privi di formazione adeguata e conoscenza del territorio. Ribadiamo l’urgenza, nel rispetto della Costituzione, di un accordo con il governo sulle risorse umane e materiali necessarie a potenziare i centri per l’impiego. Senza segnali concreti in questa direzione, come ho già avuto modo di sottolineare, il provvedimento rischia di limitarsi all’erogazione di un sussidio economico”.

Andrea Parisotto

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