Uno spazio urbano, abbellito e rigenerato, come stimolo all’inclusione sociale senza barriere divisorie, ma intrisa di bellezza e armonia. Si è svolta dal 7 all'11 marzo la quinta edizione di MinD (Mad in Design), progetto di Camplus e Blu Acqua realizzato con il contributo di Compagnia di San Paolo, che avvicina i pazienti psichiatrici al mondo dell’architettura e dell’arte in un lavoro di progettazione condivisa.
Quest'anno il workshop, dal titolo "Fuoriporta", si è allargato oltre la sede del Lingotto, interessando il quartiere di Borgo San Paolo. Uno spazio che ingloba appartamenti, attività commerciali e di svago, oltre a due strutture residenziali con venti pazienti seguiti dai servizi di salute mentale.
Ad accompagnare studenti universitari e pazienti nel processo creativo, circa un'ottantina di professionisti provenienti da tutta Italia, tra designer, artisti e architetti.
“Quest’anno – ha spiegato Giulia Mezzalama, coordinatore di MinD - volevamo allargare l'idea di abitare: non solo la casa, ma la città vissuta da tutti. Ci aspettiamo che da questi progetti si attivi una reale fase di trasformazione”.
“In questi giorni di workshop – ha spiegato Sandra Poletto, referente di Camplus - le residenze erano aperte a tutti, coinvolgendo la cittadinanza, facendo entrare le persone. Con MinD pensiamo che lo studente possa arricchire con un tassello importante il suo percorso formativo e di crescita personale, mettendo le proprie competenze al servizio del bene comune”. Ed è così che gli spazi pubblici, come racconta Elena Varini, psicologa di Blu Acqua, sono diventati “veri e propri alleati delle nuove terapie riabilitative” in campo psichiatrico.
Il risultato del lavoro sono state sei proposte per la trasformazione dell'area verde tra via Issiglio e corso Rosselli, seguendo le inclinazioni, la fantasia e i desideri di chi la fruisce tutti i giorni.
IN+ (progetto che aggiunge qualcosa, come dice il nome stesso, all’area di partenza) propone delle installazioni temporanee nello spazio come segnali di comfort abitativo, bellezza e protezione. Uno specchio per ampliare la visione della natura, un piano inclinato, con tre superfici di differenti dimensioni circolari, che permettono di vedere l’insieme del gruppo e di sentirsene parte. Elemento trasversale, il muro, che delimita il confine e protegge.
(Ri)scoprire ha voluto valorizzare il giardino Filippo Piredda, al centro di numerosi edifici residenziali, che subisce l’influenza del grosso supermercato Bennet. Così i progettisti hanno pensato di destinare un’area alla conversazione e al relax, affiancata da uno spazio verde il più possibile familiare al visitatore, un po’ come il balcone di casa propria. Una seconda area verrebbe poi attrezzata con grandi tavoli per lo studio e i momenti di convivialità, dove organizzare pic nic e feste.
Parte invece da un’analisi sul campo RiCERChiARSI, dove l’esplorazione percettiva dell’area ha portato alla costruzione di un glossario comune, sviluppando tre progetti paralleli: Identità, Umano, Fisico-Esperienziale. Sono state quindi individuate delle strutture circolari per la progettazione di complessi differenti, che potessero dare espressione alle diverse fantasie degli individui.
A tutto campo - volendo ricucire il rapporto tra l’uomo e la natura, tra gli abitanti e il valore storico e culturale del quartiere, tra i residenti di Blu Acqua e l’area verde antistante le residenze - propone delle micro-architetture abitative, capaci di innescare processi rigenerativi di condivisione, riflessione, connessione. Si tratta per lo più di strutture mobili in grado di permettere continui cambi di prospettiva e fruire, ciascuno a suo modo, la bellezza intrinseca dell’area.
Momenti di condivisione e “prove d’affetto”. È questa la base esperienziale di Futuro luminoso, che pone al centro l’incontro tra le parti di una comunità. Sperimentare in prima persona lo spazio diviene così la “manifestazione di un atto poetico”, con l’aggiunta nello spazio di qualcosa di nuovo, inaspettato, ma allo stesso semplice e replicabile come un’opera d’arte.
Infine, la favola delineata in Meraviglia, partita da un concetto molto forte: "spostare il punto di soglia" delle case-appartamento, creando una relazione attiva con il parco e il quartiere. Tramite la trasformazione “tattica” e temporanea di alcune parti, si propone un'esperienza urbana spiazzante e sorprendente, che suscita, appunto, meraviglia.
"Fuoriporta" è stato realizzato grazie alla collaborazione tra i Dipartimenti di Psicologia e quello di Filosofia e Scienze dell'Educazione dell'Università degli Studi di Torino, lo IAAD, il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino, NABA, Il Bandolo, Urban Lab, Associazione per la Lotta contro le Malattie Mentali, con il patrocinio dell’ASL To5 e della Camera di Commercio di Torino, oltre al contributo della Compagnia di San Paolo.