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Politica | 30 marzo 2019, 07:18

Regionali, il centrodestra si stringe intorno al candidato Alberto Cirio. I conti tra Forza Italia e Lega rinviati a maggio

Soprattutto gli azzurri celebrano la scelta, potendo così tornare a rivendicare un ruolo da protagonista all'interno della coalizione, senza cedere al Carroccio il monopolio al Nord

Regionali, il centrodestra si stringe intorno al candidato Alberto Cirio. I conti tra Forza Italia e Lega rinviati a maggio

Dopo la lunga attesa, la scelta e le prime parole del candidato, tutto il mondo politico del centrodestra si stringe intorno al nome e alla figura di Alberto Cirio, che sfiderà alle prossime Regionali in Piemonte Sergio Chiamparino e Giorgio Bertola, rispettivamente a capo del centrosinistra e del Movimento Cinque Stelle.

Parole di stima gli arrivano anche da Guido Crosetto, numero due di Fratelli d’Italia, il quale va annoverato tra i suoi sponsor della prima ora. "Sono contento, penso che Alberto Cirio sia un ottimo candidato e che sarà un buon Presidente", dichiara il coordinatore nazionale di FdI all’Adnkronos

“L'investitura ufficiale di Cirio come candidato di coalizione – scrive su Twitter la vicepresidente della Camera Mara Carfagna - è sinonimo di un centrodestra unito, garanzia di buon governo per la presidenza della Regione Piemonte”. 

"La scelta di Cirio – afferma Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato - pone le basi per la riconquista di una regione cruciale e per  la stessa coesione del centrodestra. Il rispetto dei patti – aggiunge - è una condizione irrinunciabile, e la scelta unanime uscita dal vertice di Arcore va quindi nella giusta  direzione, aprendo la strada a un rafforzamento della coalizione in vista anche delle prossime, difficili sfide. Il centrodestra unito è una garanzia di buongoverno per  tutte le amministrazioni che verranno rinnovate nei prossimi mesi, e l'intesa tra i leader è un ottimo viatico per mettere  dovunque in campo candidati forti e affidabili. Cirio – osserva ancora la Bernini -, grazie alla sua grande esperienza politica, rappresenta un valore aggiunto per la coalizione che, conquistando il Piemonte, potrà così governare tutto il nord d'Italia”.

Parole di soddisfazione, insomma, a far da corollario a un accordo, quello sul Piemonte insieme ad alcuni altri che riguardavano altre realtà amministrative sparse per il Paese, che segna un disgelo tra Lega e Forza Italia e che consente a Silvio Berlusconi di presentarsi all'assemblea degli eletti, in programma oggi, sabato 30 marzo, a Roma all’Eur, potendo rivendicare per il suo partito un ruolo da protagonista all'interno del centrodestra.  

Da Forza Italia viene fatto notare come il Piemonte sia strategico per gli azzurri perché impedisce alla Lega di avere il monopolio al Nord. Come contropartita la Lega ha ottenuto diversi candidati sindaci nei capoluoghi di provincia, soprattutto in Emilia Romagna e Toscana, regioni in cui il Carroccio vuole allungare le sue propaggini.

Dalla Lega, da un lato, si rimarca il fatto che Salvini è stato di parola, dall’altra si sottolinea però come l’intesa riguardi solo Cirio ed esclusivamente il Piemonte, per evitare ulteriori tensioni con gli alleati pentastellati coi quali la tensione in questi giorni è già alle stelle. Dal Carroccio, in sostanza, si tende ad accreditare l’immagine che quello del Piemonte è un accordo locale che non inficia in alcun modo il “contratto” di governo nazionale.

Salvini – così riferiscono alcune agenzie di stampa -, durante il pranzo, si sarebbe lamentano dei toni molto duri nei confronti del governo usati dai forzisti nei dibattiti parlamentari sia alla Camera che al Senato. “Alla fine - commenta un esponente di spicco di Forza Italia all’Ansa - è andata come doveva andare. Era la prova d'amore o l'atto di separazione. Del resto – aggiunge - la Lega non aveva i numeri e sai che calci ci avrebbero dato i piemontesi se fossimo andati divisi ripetendo l’esperienza di cinque anni fa...".

Ma quel che è certo, conoscendo il Cavaliere, è che oggi, dal palco dell’Eur, non rinuncerà a menare fendenti contro gli esponenti “grillini” del governo. Al contempo, non è difficile immaginare che, forte dell’incasso ottenuto in Piemonte, Berlusconi tornerà a pressare la Lega affinchè rompa l’ibrido connubio con i pentastellati e ricompatti, insieme a FdI, il centrodestra. I conti, quelli veri, sono rimandati a dopo il 26 maggio. Il leader della Lega, come Craxi, Andreotti e Forlani ai tempi del Caf, mantiene aperti due forni: a Roma con Di Maio, sul territorio con Berlusconi e Meloni.

Tornando dunque alla dimensione locale, quel che è certo è che - con Cirio - torna alla ribalta regionale anche tutta la provincia di Cuneo. Enrico Costa, gran tessitore dell’operazione all’interno di Forza Italia nazionale, anche nei passaggi più delicati, ha sempre sostenuto che la partita tra Lega e FI si sarebbe conclusa a favore di Cirio. “Era la scelta più naturale e anche la più appropriata. Sono ovviamente contento per l’amico Alberto ma, al di là della legittima soddisfazione personale, – afferma il parlamentare monregalese azzurro – c’è un’altra  considerazione che voglio ribadire. La candidatura di Cirio alla presidenza del Piemonte rappresenta, oltre che un’alternanza politica, anche un’alternanza di tipo geografico a favore della provincia piemontese perché – osserva - riporterà all’attenzione i problemi dei centri minori del nostro territorio. Anche questo – conclude Costa – mi pare un valore aggiunto di non poco conto rispetto ai nostri avversari”.

Analogo entusiasmo viene manifestato anche dal segretario provinciale di Forza Italia, l’avvocato Maurizio Paoletti, a Roma per impegni di partito, che ha assistito quasi in diretta all’investitura. “Viva soddisfazione per la notizia. Alberto Cirio, più di ogni altro, - commenta - merita questo ruolo. Sarà una sfida difficile contro il presidente uscente ma siamo certi che la nostra proposta politica raccoglierà il consenso dei piemontesi. Come cuneesi siamo orgogliosi di poter esprimere un candidato che ha sempre difeso la nostra provincia in Europa e così farà anche in Piemonte”.

Anche dalla Lega cuneese arriva una prima, piena disponibilità alla collaborazione. Afferma il senatore Giorgio Bergesio: “Ottima scelta. Siamo pronti a dare risposte concrete ai cittadini della Granda. La Regione deve ritornare a occuparsi della nostra terra. Dalle infrastrutture alle imprese, al lavoro, alle famiglie, alla scuola, alla sanità ed a tutto il nostro ricco comparto agroalimentare partendo dalle produzioni agricole. La Lega – assicura il senatore e segretario provinciale - si impegna sin d’ora per essere protagonista vero di questo cambiamento”.

Giampaolo Testa

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