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Attualità | 08 aprile 2019, 19:28

Domani presidio delle educatrici comunali a Torino

Dalle ore 16 in piazza Palazzo di Città, di fronte al Municipio

Domani presidio delle educatrici comunali a Torino

La Cub Scuola ha organizzato per domani, martedì 9 aprile, dalle ore 16 un presidio delle educatrici comunali di fronte al Municipio, in piazza Palazzo di Città.

"C'era una volta un sistema comunale educativo torinese portato ad esempio in tutto il paese e le educatrici che vi lavoravano erano quasi tutte dipendenti comunali a tempo indeterminato", denunca il sindacato per spiegare le ragioni di questa protesta. "A partire dal 2012, dopo la crisi originata dal pagamento degli interessi sul debito contratto dal Comune per finanziare le Olimpiadi del 2006, la giunta Fassino iniziò a tagliare il servizio e ad affidarlo alle cooperative".

"All'epoca una gran parte dei torinesi manifestò la propria contrarietà con gli assedi al Comune che si protrassero per oltre un mese", ricorda la Cub Scuola. "Ora, con la giunta Appendino, nonostante le mirabolanti promesse fatte prima delle elezioni, la musica non è cambiata: il Municipio sta per varare un piano triennale di assunzioni assolutamente ridicolo che prevede un numero di neo assunti nettamente inferiore ai pensionamenti e, tra di questi, nessuna educatrice".

"Lo scopo dei dottor Stranamore che siedono a Palazzo Civico è stato apertamente dichiarato sui giornali cittadini: arrivare al 2021 con solo 7500 dipendenti comunali rispetto ai 15mila presenti nel 2005. In questo quadro è evidente che molti servizi saranno più o meno lentamente affidati all'esterno o lasciati morire, alla faccia delle colleghe precarie che già oggi garantiscono alle famiglie torinesi la possibilità di utilizzare un servizio di primaria necessità in una città moderna. Ma anche alla faccia delle migliaia di famiglie torinesi che lo utilizzano e che troveranno sempre meno servizi di qualità sempre peggiore", prosegue la nota del sindacato.

"La nostra lotta per la stabilizzazione e le assunzioni di tutte le colleghe precarie è quindi anche una lotta per rivendicare un uso differente delle risorse della città", conclude la Cub Scuola. "Noi crediamo che il denaro pubblico, che non dimentichiamolo è il nostro denaro, debba essere utilizzato per garantire ai cittadini i servizi necessari alla vita in una città: abitazioni a prezzo popolare, servizi educativi, trasporti gratuiti, scuole che non cadano a pezzi".

comunicato stampa

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