C'è un confronto che va avanti da due anni tra Ascom Torino e Comune e che riguarda da vicino ben 1978 attività commerciali in città. Quelle che hanno dehors di fronte alle loro vetrine e che ora devono fare i conti con il nuovo regolamento che Palazzo Civico ha messo in campo.
Regole, richieste, ripensamenti, promesse. Ecco perché proprio l'associazione commercianti ha deciso di scendere in campo in maniera ancora più concreta e ha aperto (da domani, tutti i giovedì dalle 15 alle 17 su appuntamento) lo Sportello Dehors. Un tentativo di assistere gli addetti ai lavori che, nell'incertezza di fronte alle nuove regole in arrivo, vogliono capire in che situazione si trovano.
"Ci sono state aperture, anche se ancora verbali, dal Comune e dagli assessori, oltre che dalla soprintendenza alle Belle Arti. Abbiamo però capito che sul tema, dati i numeri e le incertezze, bisogna attrezzarsi di più per dare risposte agli addetti ai lavori con lo Sportello. Il regolamento è in evoluzione, ma ci hanno garantito che tra maggio e giugno dovrebbero dirci qualcosa di definitivo. E chi ha già ottenuto l'ok, avrà ulteriore tempo per adattarsi a eventuali novità", dice Claudio Ferraro, direttore Epat di Ascom Torino.
"Questa disciplina l'abbiamo voluta anche noi - sottolinea Ferraro - perché la situazione non poteva rimanere come era. Ma con il nuovo regolamento si è stati più realisti del re, creando non poche difficoltà. Sono state create tipologie troppo rigide che di fatto mettono in difficoltà molti esercizi che si trovano in condizioni intermedie, ma non previste nella casistica".
Restringendo il campo alla cosiddetta Zucs (area che copre buona parte del centro) il Comune parla di circa 140 situazioni che non possono più rimanere come sono. "Ma i numeri sono diversi, superiori - dice Ferraro -. Sono almeno 350, con tanti dehors che ora rientrano nella casistica dei padiglioni. E che in Zucs non possono più stare. Il rischio è che, nell'incertezza, tanti negozianti stiano già decidendo di togliere i dehors".
Tre, in particolare, le richieste che Ascom da al Comune: "Più alternative concordate con la Soprintendenza per l'area Zucs, che permetta ai commercianti di adattarsi. Ma anche nelle aree Zusa, ovvero fuori dalla Zucs, ma con vincoli di soprintendenza - dice Ferraro -, quindi rivisitare alcuni aspetti economici per fare in modo che diventino sostenibili e soprattutto aumentare i tempi per adattarsi: il regolamento, se approvato, prevede un anno. Noi ne chiediamo tre o cinque".