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Economia e lavoro | 12 maggio 2019, 12:33

Nastri gialli contro gli annunci: le imprese chiedono infrastrutture "vere" (e non solo Tav)

Confindustria e Unioncamere rilanciano un'alleanza con Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna per sbloccare tanti interventi, spesso fermati dalla burocrazia

Nastri gialli contro gli annunci: le imprese chiedono infrastrutture "vere" (e non solo Tav)

Nastri gialli da Genova al resto d'Italia, passando per Torino e il Piemonte: è l'iniziativa (cui hanno aderito anche i tre candidati alle Regionali Chiamparino, Cirio e Bertola) che Ance fa partire per ricordare cantieri che non partono o che sono interrotte per cause di burocrazia. E che viene abbracciata e rilanciata anche da Unioncamere e Confindustria Piemonte, pronti a spingere ancora una volta sul tema infrastrutture.

Opere e cantieri a metà saranno "nastrati" per poi essere mostrati, magari tramite i social. "Dobbiamo fare capire la situazione reale alla cittadinanza, che viene ormai riempita di annunci che però non vengono seguiti da atti concreti. E invece sono opere fondamentali, a cominciare dalle manutenzioni delle strade e non solo", dice Paola Malabaila, presidente di Ance Piemonte. 

Quel che sembra cambiato, però, nell'approccio delle sigle datoriali, è che dopo il muro contro muro sulla Torino-Lione, il dibattito sulle infrastrutture viene ampliato a tanti interventi ritenuti necessari. "Senza infrastrutture le aziende non possono essere competitive - sottolinea Fabio Ravanelli, presidente di Confindustria Piemonte - Nonostante il Piemonte sia centrale rispetto a grandi partner commerciali come Francia e Germania, rischiamo di rimanere indietro". 

La speranza oggi poggia sullo Sblocca cantieri: "Vogliamo vedere se con il decreto cambierà qualcosa - prosegue Ravanelli - ma deve essere riempito di contenuti: diciamo che il Governo, dopo gli ultimi numeri economici, sembra aver capito il significato delle nostre tante segnalazioni e che questo tema merita provvedimenti più diretti e immediati. Ma tutti gli interventi vanno fatti in accordo con gli stakeholder del territorio e noi ci proponiamo come interlocutori".

Non solo Torino-Lione, quindi. "TAV ha rilevanza mediatica - conclude Ravanelli - è senza dubbio una delle due opere fondamentali, ma questo non deve fare dimenticare le altre, dalla Asti-Cuneo alla Pedemontana e ancora. Il territorio di Cuneo, per Confindustria, è la seconda realtà per importanza in Piemonte, ma rischia di essere condannato a un isolamento che non merita. Serve rapidità di esecuzione nei lavori, altrimenti i numeri restano sulla carta". 

E per farlo in maniera ancora più incisiva, il Piemonte fa squadra con Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna. "Le infrastrutture (strade, ferrovie, aeroporti, porti) rappresentano storicamente un elemento fondamentale per lo sviluppo economico dei territori e la competitività delle imprese - commenta Vincenzo Ilotte, presidente di Unioncamere Piemonte - Una buona accessibilità a un'area può significare minore congestione, minori costi di trasporto, maggiore produttività, tutti elementi che incidono sulla capacità delle imprese nel competere sul mercato".

"In una congiuntura complessa come quella che l'Italia e l'Europa stanno attraversando, lo sviluppo infrastrutturale rappresenta una delle chiavi di volta per il rilancio dell'economia nazionale".

"Il ruolo cruciale delle infrastrutture per la ripresa non è un tema nuovo e fa riferimento sia all'effetto di breve periodo che la realizzazione di investimenti consente di realizzare sul fronte dell'occupazione, del reddito e della fiscalità, sia, soprattutto, alla rilevanza che le infrastrutture stesse hanno per lo sviluppo delle imprese e del Sistema Paese".

Su infrastrutture e sviluppo questo il commento di Corrado Alberto (Presidente Api Torino): "Occorre capire se il Decreto sblocca cantieri davvero sbloccherà i cantieri. Siamo purtroppo abituati ad una politica economica e infrastrutturale che si muove e decide con tempi biblici che uccidono le imprese e i sogni di sviluppo".

Alberto ha continuato dicendo: "I sogni di sviluppo delle imprese si stanno trasformando in incubi. Serve un metodo decisionale diverso che si basi su tempi certi. Il tema delle infrastrutture è stato il paradigma per cambiare il metodo di approccio ai problemi del territorio. Quanto è accaduto a Torino è il segno di un cambiamento nazionale di cui chi vuole governare deve tenere conto".

Massimiliano Sciullo

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