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Eventi | 21 maggio 2019, 17:00

Con ago e filo, la storia dei Savoia (e dei loro abiti) si ricuce al Mausoleo della Bela Rosin

In mostra fino al 1° giugno “Quando i costumi raccontano”, a cura del Gruppo Storico Miraflores con le Biblioteche Civiche Torinesi, il Comitato Mirafiori Borgata e la Fondazione della Comunità di Mirafiori

Con ago e filo, la storia dei Savoia (e dei loro abiti) si ricuce al Mausoleo della Bela Rosin

Dal “Conte Rosso” Amedeo VII di Savoia, che nel 1388 acquisì la contea di Nizza, a Carlo Emanuele I, soprannominato dai sudditi “Testa di fuoco”, che nel 1580 donò per le nozze a Caterina d’Asburgo la Reggia di “Miraflores” ora scomparsa, introducendo a corte il prelibato cioccolato, fino alla leggendaria – e scandalosa – storia d’amore tra il futuro primo re d’Italia Vittorio Emanuele II e la giovane popolana Rosa Vercellana. Ben cinque secoli di storia sabauda sono racchiusi nei 22 manichini della mostra “Quando i costumi raccontano”, al Mausoleo della Bela Rosin fino a 1° giugno, curata dal Gruppo Storico Miraflores con le Biblioteche Civiche Torinesi, il Comitato Mirafiori Borgata e la Fondazione della Comunità di Mirafiori.

Gli abiti, sei dei quali fedelissime riproduzioni di capi realmente indossati dai membri della casata, sono stati realizzati interamente a mano da Anna Cavagliato, fondatrice del gruppo storico nel 2004 assieme al marito Beppe. “La passione per la storia e i costumi d’epoca – racconta lui – è nata quando ancora abitavamo nel quartiere Lingotto. Avevano organizzato una sorta di palio e noi sfilammo con costumi fatti da noi. Poi, una volta trasferiti a Mirafiori, ci siamo subito interessati alle origini del luogo, documentandoci a fondo sui Savoia per scoprire quali tracce del loro passaggi fossero ancora visibili nel quartiere. Da lì la voglia di mettere su un gruppo nostro, per celebrare i personaggi del passato che tanto ci affascinavano. Poi, per tre mesi, abbiamo solo cucito”.

E da anni moltissimi eventi a Mirafiori Sud vengono allietati dalle loro rappresentazioni, in cui vestono gli abiti “fatti in casa” e impersonano personaggi antichi, unendo la gioia della divulgazione al puro intrattenimento, ma sempre con uno sguardo rispettoso e riverente nei confronti di quei libri e quegli archivi tanto scartabellati.

L’allestimento della mostra, non a caso, propone al visitatore delle vere e proprie scene teatrali, con i manichini, raggruppati in base al periodo storico e i legami di parentela, disposti lungo tutta la pianta circolare dell’edificio. Accanto, didascalie esplicative sugli abiti e le datazioni, accompagnati da chicche sulla vita di corte, i vizi e le virtù dei reali. Dal Medioevo al Risorgimento, ecco scorrere davanti agli occhi dell’osservatore i grandi mutamenti delle mode e dei gusti estetici, tra tessuti e accessori, come gli ombrellini abbinati ai vestiti, anch’essi ricostruiti con estrema precisione.

Inaugurata l'11 maggio, la mostra è aperta al pubblico lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9 alle 13; mercoledì, sabato e domenica dalle 14 alle 19.

Inoltre, ogni sabato e domenica, alle 15,30 e alle 17, va in scena la rappresentazione teatrale in costume d’epoca “Vita e amori del Re Galantuomo”, che racconta le vicende della coppia più chiacchierata della dinastia sabauda, tra aneddoti e curiosità storiche. 

Manuela Marascio

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