"FCA da sola non ce la fa, mi sembra chiaro: in tutti gli stabilimenti c'è molta cassa integrazione e c'è un ritardo sulle nuove tecnologie. Speriamo che si possa riaprire il dialogo con Renault per un'alleanza che sarebbe importante, ma di tutto questo non ne sta discutendo nessuno in Italia. I sindacati non sono messi nelle condizioni per discutere, ma soprattutto c'è un silenzio assordante del governo su un tema che è fondamentale per il futuro dell'Italia". Anche Maurizio Landini, segretario Generale Cgil, mette nel mirino l'esecutivo sul presente e sul futuro dell'auto.
"Invece di parlare del nulla, sarebbe meglio che il governo parlasse dei temi veri, anche in Europa. Se FCA sposta le sue sedi in Olanda o a Londra, di fatto sta portando via dal Paese la ricchezza prodotta dai lavoratori".
Dolori che si declinano anche sul territorio torinese. "Su Mirafiori e non solo non si capiscono concretamente i piani industriali. È sotto gli occhi di tutti che la Fiat come la conoscevamo non c'è più, si sta indebolendo e mette a rischio una grande eccellenza. A volte anche solo per dare un dividendo agli azionisti come nel caso della vendita di Magneti Marelli".
E tornando al governo, Landini ribadisce una carenza di rotta che vale per tutto il mondo produttivo: "C'è una totale assenza di politica industriale, nel paese, come dimostra la crescente presenza di tavoli di vertenza anche su settori non manifatturieri come Mercatone Uno o Pernigotti. Serve un grande piano di investimenti pubblici e una maggiore presenza dello Stato e delle istituzioni: siamo nel pieno di una rivoluzione tecnologica e ambientale da cui non possiamo rimanere fuori".
Tema caldo anche quello dei riders. "Un altro tema su cui il governo non sta facendo nulla di ciò che aveva promesso e proprio i riders hanno completamente ragione: devono avere salario, assicurazioni e tutele. Se il governo vuole ragionare su salari minimi, allora devono valere per tutti e devono valere i contratti firmati da sindacati rappresentativi".