Con i suoi modi diretti e con il suo stile inconfondibile, il 20 giugno, in occasione dell’evento “Le 24h della sostenibilità”, organizzato dall’ Arpa, dalla Regione Piemonte e dall’associazione Tedacà, Luca Mercalli scuote il pubblico dell’EverGreenFest, radunatosi numeroso al Parco della Tesoriera, nonostante il cattivo tempo.
Il noto studioso prende spunto proprio dalle condizioni metereologiche per fa sorridere ed allo stesso tempo riflettere i suoi ascoltatori. Sottolinea, infatti come non ci si debba lamentare della fresca temperatura che caratterizza la serata, ma che anzi, conviene godersela visto il caldo previsto per i prossimi giorni. Mercalli infatti, preannuncia temperature da record proprio a dimostrazione di come il clima in generale ed in particolare nella nostra regione stia cambiando ed in modo sempre più veloce e drastico. La colonnina di mercurio raggiungerà i 40 gradi, cosa che in Piemonte, prima del 2003 non era mai accaduta.
L’uomo del resto, continua il climatologo, ha inaugurato quello che potremmo definire Antropocene, vale a dire una nuova era geologica in cui risultano compromessi tutti i sistemi naturali, basti pensare ai rifiuti ritrovati nella Fossa delle Marianne, la più profonda esistente sulla terra o sull’Everest. <<Non c’è luogo- sottolinea Mercalli -che l’uomo non abbia sporcato e violentato. Risultato ne sono i violenti cambiamenti climatici che stiamo già cominciando a vivere. Il meteorologo prosegue raccontando che durante gli ultimi rilevamenti, effettuati qualche giorno fa sul Gran Paradiso a 3000 metri di altezza, per fare i controlli di neve la situazione sembrava positiva, essendocene quasi 3m.
Tuttavia si tratta di un dato poco rappresentativo perché abbiamo avuto un maggio fresco, la neve infatti sta già diminuendo di 10 cm al giorno e settimana prossima se ne perderanno sui 20 cm al giorno per l’ondata di caldo africano. Alla luce di ciò, è difficile credere che possa resistere fino a settembre e ciò comporterà la scomparsa, inevitabilmente, di parti di quei ghiacciai che rappresentano un pezzo fondamentale dell’ identità delle Alpi e del Piemonte tutto. Un altro problema legato ai cambiamenti climatici è senza dubbio l’acqua e quest’anno fino a marzo c’era una preoccupante siccità. Altrettanto grave la minaccia degli incendi boschivi soprattutto se si pensa al fatto che nel 2017 ce ne sono stati numerosi ad ottobre. Neppure la sanità rimane fuori da questo allarmante quadro, il riscaldamento globale infatti ha fatto sì che anche in Piemonte si diffondesse la zanzara tigre non solo fastidiosa, ma soprattutto portatrice di ben 4 malattie tropicali sconosciute nella nostra regione. L’agricoltura infine, subisce le conseguenze dei cambiamenti climatici su più fronti, non ultimo quello della produzione del vino. Temperature troppo elevate infatti danneggiano la produzione vinicola peggiorandone la qualità. Non stupisce per tanto che i vigneti si stiano cominciando a spostare, spingendosi anche in montagna. La valle del Reno per esempio è destinata a diventare un importante distretto vinicolo mentre qui, sicuramente, in futuro ci saranno vini diversi rispetto a quelli a cui siamo abituati e che rappresentano un’eccellenza per questo territorio.
In Piemonte e sulle Alpi, spiega il meteorologo, la temperatura è già aumentata il doppio rispetto alla media mondiale, nel resto del mondo infatti, si è alzata di un grado qui di due, siamo quindi in una delle zone più sensibili e ad alto rischio. "Le stagioni si stanno riscaldando- continua ancora Mercalli, -abbiamo avuto un invernuccio con 6/ 7 cm di neve in città, contro il mezzo metro di 200 anni fa o addirittura in qualche inverno, il metro e mezzo di neve, ora queste cifre le raggiunge a stento Bardonecchia. Molte cose sono cambiate a casa nostra e sicuro cambieranno domani".
Il noto divulgatore termina esortando il pubblico all’azione, "da un lato dobbiamo spaventarci, -incalza Mercalli- soprattutto devono farlo i giovani, i figli, i nipoti poiché il cambiamento dovrà ancora arrivare, dall’altro dobbiamo fare qualcosa per ridurre le emissioni. Siamo in ritardo poiché il Pianeta ha già la febbre e dobbiamo curarlo ora prima che diventi un malato terminale".