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Attualità | 11 settembre 2019, 07:17

Con Slow Food Mirafiori è ancora più comunità: e lancia un contest per il dolce del quartiere

Presentata ufficialmente "Mirafood", la prima comunità urbana Slow Food per lo sviluppo sostenibile legato al cibo "buono, pulito e giusto" nel quartiere

Un momento di "Insieme Pomodoro" alla Casa nel Parco

Un momento di "Insieme Pomodoro" alla Casa nel Parco

Una comunità unita attorno al mangiare sostenibile e di qualità, forte di un’antica tradizione di saperi culinari in un territorio dove sono le persone i migliori ingredienti del ricettario. È nata a Mirafiori Sud la prima comunità urbana Slow Food, con l’ambizioso obiettivo di valorizzare l’identità del quartiere attraverso la cultura del cibo. Fondata a giugno 2018 da Fondazione della Comunità di Mirafiori Onlus, Cooperativa Patchanka, Engim San Luca, Cooperativa I Passi, Essere anziani a Mirafiori sud, Kallipolis, Orti Generali e Associazione Bene Comune, Mirafood, questo il suo nome di battesimo, ha scelto di impegnarsi per valorizzare lo sviluppo socio ambientale di un territorio sì periferico, ma ricco di aree verdi, orti urbani e iniziative sociali.

I fondatori – che hanno presentato l’iniziativa la scorsa domenica alla Casa nel Parco – hanno sottoscritto una dichiarazione aderendo ai valori di Slow Food e impegnandosi, attraverso la cultura del cibo, a operare nella comunità locale di Mirafiori promuovendo la salute e il benessere delle persone, la coesione sociale della comunità e l’attrattività del quartiere.

Al centro delle attività comunitarie, molte buone pratiche già portate avanti dagli attori coinvolti nel corso degli ultimi anni. “Partiamo dalla raccolta e l’utilizzo di eccedenze alimentari e di cibi non più vendibili – ha spiegato Elena Carli, segretario generale di Fondazione Mirafiori –, per arrivare al recupero del patrimonio gastronomico regionale, con la trasmissione di generazione in generazione di saperi culinari. E, ancora, l’orticoltura urbana nel Parco Piemonte e il forno sociale, molto frequentato specialmente dagli anziani. Tanti esempi virtuosi di un lavoro congiunto per valorizzare l’identità del quartiere, non più relegato solo alla storia della Fiat”.

Un primo esempio di fattore aggregativo è stato senza dubbio l’evento “Insieme pomodoro” dell’8 settembre, che ha ospitato alla Casa del Quartiere di via Panetti decine di cittadini per una “social passata” collettiva e, a seguire, una cena condivisa. Erano presenti anche Leo Rieser, di Slow Food Piemonte, e Ab Amajou, della Rete Migranti, che ha lanciato una suggestione per l’inserimento nel progetto delle comunità straniere su tematiche alla cucina etnica.

L’idea di fondo – ha concluso Carli – è di sviluppare una nuova vocazione di sviluppo socioambientale di Mirafiori, che vada oltre l’immaginario di quartiere periferico e di area postindustriale, incentrata sul ruolo del cibo buono, pulito e giusto come motore di inclusione sociale, di partecipazione attiva e di cura del territorio”.

Nel corso dell’anno, sono previste diverse attività diffuse per permettere a tutti gli abitanti di partecipare attivamente agli ideali e gli intenti della nuova comunità. Intanto, è già stato lanciato il contest “Un dolce per Mirafiori” (con scadenza il 9 dicembre 2019), rivolto a tutti gli appassionati di pasticceria per l’ideazione di un prodotto che rispecchi l’essenza del quartiere. La ricetta vincitrice sarà offerta in produzione esclusiva alle realtà produttive artigianali di Mirafiori Sud perché diventi il dolce tipico da assaporare e acquistare nel quartiere.

Manuela Marascio

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