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Economia e lavoro | 23 settembre 2019, 13:55

L'Università tira il freno: i sistemi per la sicurezza dell'auto di domani nasceranno qui

Accordo tra ITT Italia, UniTo e incubatore 2i3T per un centro di ricerca che realizzi una tecnologia autonoma e sostenibile. Prima uscita per il neo assessore Pironti: "Creiamo le condizioni per stimolare le aziende a fare ricerca: Torino sta vivendo una condizione che non ricapiterà"

L'Università tira il freno: i sistemi per la sicurezza dell'auto di domani nasceranno qui

Il freno del domani deve esistere anche senza nessuno che lo schiacci. Non è un paradosso, è la guida automatica che lo richiede."Senza dimenticare la sostenibilità, quindi smart, ma anche green", sottolinea Luca Martinotto, CEO di ITT Italia, l'azienda che ha siglato con Università di Torino e il suo incubatore 2i3T l'accordo per un nuovo laboratorio che proprio a Torino svilupperà la ricerca del sistema frenante per l'automotive.

Non una novità, considerando quella della Mole la città dell'auto. Ma una rivoluzione visto che il futuro del settore sarà scritto, in questo caso, non al Politecnico, ma nella culla degli studi (anche) umanistici. Dove però le competenze sui nuovi materiali (e non solo) sono rilevanti.

Si chiamerà Join Lab Unito ITT e conterà su 15 esperti (di cui 10 ricercatori dell'ateneo) che daranno vita ai primi tre anni di collaborazione. Ingegneri, certo, ma anche chimici, fisici, matematici e informatici. L'investimento iniziale sarà di 500mila euro. Sarà in via Quarello 15, in uno spazio di 80 metri quadri, dove già ci sono altre start up innovative.

"Il progetto - commenta il rettore dell'Università, Gianmaria Ajani - rientra in una pianificazione di lungo termine che riguarda anche altre infrastrutture come Parco della Salute, parco Scientifico di Grugliasco e che vedranno sempre più imprese collaborare con i ricercatori".

La presentazione del progetto è anche la prima occasione per un'uscita ufficiale di Marco Pironti, neo assessore comunale all'innovazione che ha raccolto il testimone dall'ora ministro Paola Pisano. "Sono assessore da 5 minuti - scherza Pirotti - ma da tempo procedevano le riflessioni su come ogni operatore del territorio possa fare la propria parte per il territorio. E l'accordo di oggi deve essere un esempio da ripetere anche con altre aziende, in un contesto sempre più legato alle smart city, affinché trovino sempre più terreno fertile a Torino".

Sul suo incarico cittadino scherza: "Tra droni e anagrafi mi preoccupo dei droni, visto che le anagrafi non sono tra le mie deleghe. Ma come Comune non dobbiamo fare ricerca, piuttosto creare le condizioni perché riescano a farla le aziende". "Ma siamo in un momento unico: una condizione così a Torino non recapita più", aggiunge Pirotti. "Se ognuno lavorerà bene nel suo ruolo si potranno fare grandi cose".

E sui droni: "Ne parlammo con Bezos (il grande capo di Amazon, ndr) negli Usa parecchi anni fa. E si ragionò di pacchi consegnati con i droni. Sembrava fantascienza, ma lui era molto ottimista. Ecco, vediamo. Dobbiamo lanciare l'idea che a Torino si può sperimentare l'idea la più pazza possibile e poi si ragiona sulla sua applicabilità".

Massimiliano Sciullo

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