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Scuola e formazione | 26 settembre 2019, 15:33

Università di Torino, finisce l'era Ajani: "Lascio un Ateneo più forte"

Tra i rimpianti "che la Cavallerizza non sia diventata un luogo di produzione culturale, come mi augurò accadrà: continuare a vedere quel che vediamo dal Rettorato è un dispiacere”

Università di Torino, finisce l'era Ajani: "Lascio un Ateneo più forte"

Un bilancio ancora più sano di quello ereditato, più studenti, tasse più basse e un numero di assunti più alto rispetto alla media nazionale. Sono questi i risultati raggiunti dal rettore dell’Università di Torino Gianmaria Ajani, che oggi ha tracciato un bilancio del suo mandato 2013-2019, in vista del passaggio di incarico a fine mese a Stefano Geuna.

Dal punto di vista economico Ajani ha spiegato di “aver trovato gli indici sani e li abbiamo irrobustiti”. ”Abbiamo dimezzato il debito – ha spiegato il Rettore - in un contesto di investimenti edilizi, diminuito la spesa per il personale e migliorato la sostenibilità economico finanziaria: sono tre indicatori, in questo caso positivi, che segnano il destino di un ateneo”.

Tra i risultati positivi raggiunti in questi sei anni dall’Università di Torino il turnover di personale, con una punta del “117% nel 2018”. “Questo vuol dire – ha spiegato – che possiamo assumere il 17% rispetto alla media italiana”. In aumento il numero di studenti, a cui si accompagna anche una diminuzione “della tassazione media pro capite” passato da 1.183 euro del 2015/’16 a 1.066 nel 2018-’19.

Tra i momenti difficili Ajani annovera “Palazzo Nuovo: c’era un vissuto negativo da tempo: abbiamo investito 10 milioni di euro nella sua ricostruzione”, mentre fra i rimpianti “che la Cavallerizza non sia diventata un luogo di produzione culturale, come mi augurò accadrà: continuare a vedere quel che vediamo dal Rettorato è un dispiacere”. Infine per quel che riguarda Università di Torino l'augurio di Ajani è che il suo successore "termini le opere edilizie che abbiamo iniziato, significherebbe che si chiudono in 6 anni: non male se si pensa che oggi la media dei cantieri e di 14 anni...".

Cinzia Gatti

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