Un bilancio ancora più sano di quello ereditato, più studenti, tasse più basse e un numero di assunti più alto rispetto alla media nazionale. Sono questi i risultati raggiunti dal rettore dell’Università di Torino Gianmaria Ajani, che oggi ha tracciato un bilancio del suo mandato 2013-2019, in vista del passaggio di incarico a fine mese a Stefano Geuna.
Dal punto di vista economico Ajani ha spiegato di “aver trovato gli indici sani e li abbiamo irrobustiti”. ”Abbiamo dimezzato il debito – ha spiegato il Rettore - in un contesto di investimenti edilizi, diminuito la spesa per il personale e migliorato la sostenibilità economico finanziaria: sono tre indicatori, in questo caso positivi, che segnano il destino di un ateneo”.
Tra i risultati positivi raggiunti in questi sei anni dall’Università di Torino il turnover di personale, con una punta del “117% nel 2018”. “Questo vuol dire – ha spiegato – che possiamo assumere il 17% rispetto alla media italiana”. In aumento il numero di studenti, a cui si accompagna anche una diminuzione “della tassazione media pro capite” passato da 1.183 euro del 2015/’16 a 1.066 nel 2018-’19.
Tra i momenti difficili Ajani annovera “Palazzo Nuovo: c’era un vissuto negativo da tempo: abbiamo investito 10 milioni di euro nella sua ricostruzione”, mentre fra i rimpianti “che la Cavallerizza non sia diventata un luogo di produzione culturale, come mi augurò accadrà: continuare a vedere quel che vediamo dal Rettorato è un dispiacere”. Infine per quel che riguarda Università di Torino l'augurio di Ajani è che il suo successore "termini le opere edilizie che abbiamo iniziato, significherebbe che si chiudono in 6 anni: non male se si pensa che oggi la media dei cantieri e di 14 anni...".