Se i rifiuti sono uno dei temi centrali della nostra quotidianità (se non il tema centrale), l'attenzione dell'opinione pubblica dovrebbe essere decisamente più attenta in proposito. E invece, il convegno organizzato da Barricalla sui rifiuti speciali all'Energy center del Politecnico di Torino, regala un'istantanea fedele di quello che è il comune sentire.
L'argomento è strategico - l'80% dei rifiuti prodotti nel nostro Paese è composto da rifiuti speciali, pericolosi e non -, ma la partecipazione all'evento non lo dimostra. La sala mostra tanti vuoti, soprattutto nelle prime file, dove ci sono per consuetudine i posti riservati e che restano non occupati per gran parte del tempo. Senza considerare che, a fronte di una durata stimata di 4 ore, il pubblico continua ad affluire a evento ampiamente iniziato, andando a riempire gli spazi solo col trascorrere della mattinata.
Chi arriva tardi si perde uno degli interventi più vivaci: quello di Chicco Testa, presidente di FISE Assoambiente. Che ne ha per tutti: "Come mai in Italia siamo riusciti a costruire un problema enorme intorno ai rifiuti? In altri Paesi non succede - dice Testa - Si tratta di una vicenda piuttosto semplice su cui decidere, con tecnologie piuttosto semplici e a disposizione". "Basterebbe forse imitare le cose migliori fatte in giro per il mondo, invece siamo costruttori di complicazioni, a livello di burocrazia, unite alla diffusione di fake news".
E fa un esempio: "Oggi sui giornali compare un articolo di Milena Gabanelli che sul tema dei rifiuti dal titolo 'Mancano gli inceneritori'. Proprio quelli che lei ha sempre combattuto". E ancora: "Il segretario del PD Zingaretti parla di una direttiva europea per l'abbandono di certe strutture di trattamento rifiuti, ma non è assolutamente vero: controllato dopo essere sobbalzato sua sedia". E infine: "Tanti parlano di raccolta differenziata, ma nessuno dice che il vero tema è come riciclare i rifiuti che ho differenziato".
Proprio il riferimento a Nicola Zingaretti suona particolarmente pungente, visto che la struttura di Barricalla sorge proprio sul territorio del Comune di Collegno, un'area tradizionalmente a guida PD (Testa è stato due volte deputato, con PCI e poi PDS tra il 1987 e il 1994).
"Dal 2016 stiamo provando a fare il nostro mestiere - dice Alessandro Battaglino, presidente di Barricalla - e cerchiamo anche di fare capire all'opinione pubblica cosa si fa nel resto dell'Europa, così come nel convegno di oggi". Intervento che viene pronunciato con accanto i posti vuoti del rettore del Politecnico, Guido Saracco (trattenuto da altri impegni) e dell'assessore regionale all'Ambiente, Matteo Marnati, anche lui impegnato altrove e che arriverà in seguito.
E proprio sul tema Europa (tanto che il convegno si intitolava "la visione europea") manca il contributo annunciato di Remo Tavernari, esperto presso la rappresentanza permanente d'Italia all'Unione Europea, il cui intervento era proprio intitolato "La visione europea". Ci sono invece i relatori stranieri provenienti da Germania (Dominik Deinze), Spagna (Alvaro San Pedro) e Francia (Christophe Mallet).
Marnati arriva circa un'ora dopo l'inizio dei lavori, ma nel suo intervento mette a fuoco quella che è la vera posta in gioco. Ammette come il funzionamento del sistema, anche in Piemonte, sia "a macchia di leopardo". E se i lati positivi non mancano, sul tavolo c'è un tema caldissimo come quello dell'amianto "dove c'è tanta domanda e poca offerta, quindi i prezzi salgono".
Il nuovo Piano regionale a proposito ragiona su una necessità di circa 2 milioni di metri cubi nei prossimi 2-3 anni, ma già uno spazio come Barricalla (che non si occupa solo di amianto ed è uno dei 12 impianti per rifiuti speciali in Italia) vede una superficie disponibile sempre più ridotta (500mila metri cubi) e che sta andando a esaurimento, pur ospitando già circa il 31% dei rifiuti d'amianto piemontesi.
Sull'opinione pubblica bisogna fare lavoro di convincimento: "Ci sono problemi organizzativi, ma se non si fa qualcosa rischiamo tra 5 anni di tornare qui a parlare delle stesse cose - conclude Marnati -. Si devono evidenziare le opportunità e le ricadute positive territoriali con le compensazioni anche ambientali". E chiude con un invito al governo ad "ascoltare le realtà locali".