“Sogno di lasciare una città più verde”. Ha un obiettivo chiaro e ambizioso Alberto Unia, assessore all’Ambiente della Città di Torino. A circa un anno e mezzo dal termine del mandato, la grande attenzione mediatica circa la questione ambientale e la sostenibilità spinge a chiedersi cos’abbia fatto concretamente il Comune per tutelare l’ambiente e quali piani abbia da qui al 2021. Tra riduzione delle emissioni di Co2, pianificazione territoriale e nuovi 20.000 alberi pronti a essere piantati in città, Unia analizzato i risultati raggiunti e gli obiettivi a breve-medio termine in vista degli imminenti Stati Generali del Verde.
Assessore, circa una settimana fa 50.000 ragazzi marciavano per le strade di Torino per chiedere una maggior attenzione all’ambiente. La domanda sorge spontanea, cos’ha fatto il Comune di Torino in termini di politiche ambientali?
“Ambiente” è una parola che comprende davvero tante cose: dal verde, alla gestione dei rifiuti, alla qualità dell’aria, all’energia. Partiamo dal verde e dal consumo del suolo: Torino è una delle poche città d’Italia che non ha consumato suolo, ne ha guadagnato. Qui rientra il verde: al parco Dora abbiamo stombato il fiume e stiamo facendo la parte a Nord, il lotto Valdocco. Tutta quell’area lì è in fase di lavorazione, entro due anni dovrebbe essere finita, mentre la stombatura è già stata completata. Abbiamo guadagnato suolo e stiamo ampliando il verde cittadino. Sempre a Parco Dora abbiamo introdotto una sorta di bosco urbano. Poi interventi di forestazione urbana: in questi tre anni abbiamo piantato circa 1600 alberi con i cittadini. Tra le cose di cui vado più orgoglioso c’è la rinascita del parco Michelotti e dei giardini di via Revello.
Capitolo energia?
Per quanto riguarda l’illuminazione siamo partiti con il progetto Torino Led2, che ci consentirà nei prossimi due anni di risparmiare 4,5 mila tonnellate di Co2 non emessa e di Nox, con 4,5 mila chilogrammi all’anno non emessi nell’atmosfera.
Quest’anno tra l’altro vi sarà un appuntamento importante.
A novembre ospiteremo gli Stati Generali del verde, verranno diverse città a Torino a parlare di verde e di ambiente. In quell’occasione pianteremo 20.000 alberi, tutti in un giorno solo e in un posto solo. Un momento in cui diamo un segnale forte dal punto di vista ambientale.
Sentite come amministrazione la responsabilità e il peso di una generazione che mai come in questo periodo storico chiede a gran voce maggior attenzione e una tutela diversa per il clima?
Come amministrazione sì, come assessore l’ho sentita dal primo giorno questa responsabilità, a prescindere dal momento storico che grazie al cielo aiuta chi fa l’assessore all’Ambiente. Dà la spinta politica per ottenere delle cose. Sono molto contento ci sia questo movimento adesso, mentre sono assessore. La responsabilità dell’ambiente che lasceremo ai nostri figli la sento tutta addosso. Vorrei poter fare di più, ma penso che come amministrazione abbiamo fatto tanto e faremo tanto.
Questione rifiuti, qual è la situazione a Torino?
Abbiamo ripreso il percorso che era fermo da tempo, quello della raccolta porta a porta. Abbiamo esteso a 4 quartieri nuovi, arriveremo a regime nel 2021, entro fine mandato. La cosa molto interessante è che dentro questo percorso stiamo sperimentando nuovi metodi di raccolta simili al porta a porta ma in realtà stradali. In corso Traiano abbiamo installato i nuovi cassonetti ad accesso controllato, con tessera magnetica: una volta installati in diverse aree della città, ci consentirà di iniziare il percorso di tariffa puntuale. E’ un obiettivo che ci siamo posti per avere una tariffazione corretta dei rifiuti, in base a quanto viene conferito e alla differenziazione che viene fatta.
A livello di pianificazione territoriale, cosa state facendo concretamente?
La pianificazione era quello che mancava in città. Mi spiego: gli interventi sono sempre stati fatti e anche bene, abbiamo una città vivibile e verde, ma abbiamo deciso di pianificare da qui al futuro dando degli strumenti a chi poi verrà dopo di noi per poter lavorare in maniera concreta. Per questo motivo è stata avviata la redazione del piano del verde strategico della città di Torino, il primo piano del verde della città: stiamo mappando aree verdi, aree cani, aree giochi e tutto quello che riguarda il verde fruibile e non. Questo si accompagna al piano di adattamento cambiamenti climatici, il “papà” di tutti i piani che stiamo mettendo insieme insieme agli altri assessorati. Sarà pronto entro fine anno o entro il primo bimestre del 2020 e consentirà alla Città di muoversi in maniera programmata, capendo quando fare gli interventi e se gli interventi fatti hanno un significato sul territorio. Abbiamo notato che ci sono aree in cui mancano servizi, sono poche, il 5%. Stiamo facendo un lavoro di pianificazione territoriale importante, che insieme al piano d’emergenza di protezione civile e il piano di adattamento ai cambiamenti climatici, fanno il pacchetto che lasceremo alle future generazioni per gestire al meglio la città di Torino.
Se dovesse chiudere gli occhi, che Torino si immagina di lasciare a un suo successore tra un anno e mezzo, al termine del suo mandato da assessore all’Ambiente?
Sicuramente una Torino più verde. Ritengo che il resto lo stiamo facendo, ma ha un impatto psicologico sui cittadini differente. Gli alberi danno subito la sensazione di vivere meglio in un posto. Danno quell’impatto psicologico e ambientale che secondo me è necessario: questo è quello che voglio lasciare.