"Sono in corso discussioni intese a creare un Gruppo tra i leader mondiali della mobilità, non abbiamo altro da aggiungere". Bastano due righe di nota ufficiale, a FCA, per dare corpo a una nuova ipotesi di fusione. Accantonata la prospettiva con Renault della scorsa primavera, la casa del Lingotto dopo Chrysler punta a un ulteriore matrimonio, sempre in terra francese: questa volta il corteggiamento coinvolge PSA, Gruppo che è proprietario di Peugeot e Citroen.
Se questa volta l'operazione dovesse andare in porto (quella con Renault naufragò nonostante le buone premesse dopo l'intervento del governo transalpino), si verrebbe a creare un colosso dell'automobile da 45 miliardi di euro. Circa 50 miliardi di dollari.
Alcune voci di un possibile accordo si erano già diffuse nelle scorse settimane, in occasione del Motor Show di Ginevra. Cornice dove di solito si sogna a occhi aperti, ma soprattutto per quanto riguarda chi vuole comprare un'auto nuova. Qui, in ballo, ci sono invece alcuni dei marchi più storici dell'auto nel mondo. Con PSA che porta in dote un fatturato 2018 da 74 miliardi di euro (mentre FCA era arrivata a 110).
La somma tra FCA e PSA porterebbe così a un player del settore automotive che si collocherebbe alle spalle solo di Volkswagen, Nissan-Mitsubishi e Toyota, ma davanti a General Motors, per numero di vetture vendute.
Sul fronte sindacale, anche alla luce di quanto successo con Renault pochi mesi fa, si mantiene una certa prudenza. Ma da Fim, Fiom e Uilm traspare soprattutto una speranza: che si valorizzino gli stabilimenti italiani (a cominciare da quelli storici torinesi) e che non sia messa a rischio l'occupazione.