Buon giorno e bentornati in questa rubrica. Sono Domenico Simonetti, da sempre con la passione per le piante e per i fiori aiuto ormai da anni altri appassionati coltivatori a gestire al meglio la propria collezione di orchidee e piante varie. Potete trovarci e interagire più facilmente con quesiti e nostre risposte sul nostro gruppo Facebook “Blossom Suite - Orchidee: cura e vendita”. Ci occuperemo di dare semplici consigli per gestire le piante che teniamo in casa, sul balcone o in giardino.
Per semplicità di coltivazione, la maggioranza delle orchidee epifite normalmente in commercio sono invasate. Questo permette alle radici di mantenere un buon livello di umidità, ma quando vengono bagnate troppo o c’è un ristagno d’acqua, facilmente le radici iniziano a marcire. Per le phalenopsis si raccomanda di guardare il colore delle radici nel vaso. L’unico modo preciso è questo: quando le radici sono ancora verdi, vuole dire che sono ancora umide/bagnate e NON bisogna bagnare ulteriormente; quando invece il colore torna chiaro/argenteo, è ora di bagnare di nuovo.
Invece per molte altre orchidee questo cambio di colore non avviene quindi meglio sondare con un dito il livello di umidità del substrato.
Un altro fattore da tener presente è che per come sono i passaggi di coltivazione delle orchidee, le piccole piantine vengono messe in blocchetti di sfagno o di spugna. Poi l’orchidea cresce e viene rinvasata in vasi sempre più grandi, fino alla vendita. Non sempre viene tolto questo pezzo di sfagno o di spugna, questo genere soprattutto quando si bagna per immersione, che si inzuppi molto e tardando ad asciugare che faccia iniziare il marciume di radici e del fusto, con la conseguente perdita della pianta.
Quando si osservano nel vaso molte radici di colore marrone, nero o secche o, anche se tutte in salute hanno riempito il vaso, è ora di fare il rinvaso. Per prima cosa è necessario trovare corteccia specifica per orchidee (la corteccia per pacciamatura contiene resina che è tossica per le radici di piante epifite) qualche pezzo di carbone (il carbone vegetale che si usa per il barbecue va benissimo ed ha una funzione antibatterica ed antifungina) un po’ di materiale inerte come i tappi di sughero delle bottiglie di vino, un paio di forbici pulite, un vaso nuovo. Una volta che si ha tutto il materiale a disposizione, si può procedere come segue:
Si toglie la pianta dal vaso con delicatezza, si toglie tutto il bark (sono i pezzi di corteccia) o tutto il terriccio
Si lavano le radici sotto il lavandino con acqua appena tiepida, non calda, mai fredda
Le radici molli, vuote, secche, di colore nero o marrone vanno tagliate con la forbice
Se rimangono un po’ di radici si lascia la pianta asciugare su un pezzo di giornale fino al giorno successivo, se non rimangono radici si mette la pianta a sfioro ossia si prende un bicchiere di vetro, una scodella o barattolino e si mette un dito d’acqua sul fondo. Si appoggia la pianta in modo che la base del fusto sfiori la superficie d’acqua senza toccare e si lascia fino a quando non siano cresciute qualche radice ed abbiano raggiunto i 3 o 4 cm di lunghezza
Si rinvasa mettendo sul fondo del vaso materiale inerte come i tappi di sughero
Si mette la pianta, si completa il vaso con pezzi di carbone e corteccia, senza infossare eccessivamente la base del fusto.
Si può bagnare e riprendere la coltivazione abituale
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