Torino ha fatto un nuovo, grande passo in avanti per quanto riguarda la tutela delle donne vittime di violenza: da oggi è infatti attiva la residenza fittizia in grado di garantire sicurezza e riservatezza a chi si trova in situazione di pericolo.
“Casa Marti” avrà sede presso l'assessorato ai diritti della Città di Torino in via Corte d'Appello 16, luogo dove verranno recapitate anche le comunicazioni a mezzo posta: “Si tratta – ha dichiarato la sindaca Chiara Appendino – di un atto amministrativo ma anche politico perché, oltre a coinvolge diversi assessorati tra cui welfare, anagrafe e sicurezza, mette Torino nelle condizioni di fare scuola come successo in passato con le trascrizioni dei figli delle famiglie arcobaleno; siamo comunque convinti che si possa fare ancora di più”.
Il dispositivo, basato su diversi riferimenti legislativi e realizzato dal Tavolo Interassessorile su richiesta dei Centri Antiviolenza della Città, prevede la possibilità di secretare i propri dati senza dover ricorrere all'autorizzazione della magistratura, tutelando la persona da accessi anagrafici indesiderati: “L'iniziativa - ha spiegato l'assessore ai diritti Marco Giusta – è nata per rispondere alle esigenze di chi ha necessità di avere una residenza per sé e per i propri figli ma non può renderla palese per non essere esposta a rischi: gli uffici l'hanno costruita sul modello delle convivenze, dimostrando come un semplice atto amministrativo possa cambiare le cose”.
L'istituzione della residenza fittizia proverà a dare una svolta a una situazione sempre più allarmante, con dati in continuo peggioramento: “Abbiamo raggiunto – ha commentato la responsabile del Centro Antiviolenza della Città Patrizia Campo – un importante obiettivo che affronta una problematica emersa da tempo: nel 2018 le donne che si sono rivolte a noi e ai nostri sportelli sono state circa 1900; per quanto riguarda le strutture, nel 2019 gli accessi sono stati 220 contro i 170 dell'anno precedente”.
“Casa Marti” è dedicata alla memoria di Marti Gianello Guida, attivista e poeta recentemente scomparsa: “Il suo apporto alla causa - ha ricordato in conclusione Giusta – è stato fondamentale proprio attraverso la scrittura di un Piano Antiviolenza in grado di mettere insieme il livello nazionale con quello regionale e locale”.