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Centro | 09 dicembre 2019, 07:38

L'ultimo legame: se n’è andato Rogério Lantres do Carvalho, detto Pipi

Ma soprattutto, per noi granata, è l'uomo che il tre maggio 1949, all’Estadio Nacional do Jamor, ha segnato l'ultimo goal a Valerio Bacigalupo, nell’amichevole per festeggiare Francesco Ferreira, da cui gli Immortali non fecero ritorno.

L'ultimo legame: se n’è andato Rogério Lantres do Carvalho, detto Pipi

Pochi mesi dopo il settantesimo anniversario di Superga, a novantasette anni appena compiuti, se n’è andato Rogério Lantres do Carvalho, detto Pipi.

Leggenda vivente del Benfica, ha vestito la casacca vermiglia per dodici stagioni, con 212 presenze e 125 goal in campionato, più le coppe.

Ha portato alla vittoria le Aquile in tre campionati, sei coppe di Portogallo ed una coppa Latina.

Ma soprattutto, per noi granata, è l'uomo che il tre maggio 1949, all’Estadio Nacional do Jamor, ha segnato l'ultimo goal a Valerio Bacigalupo, nell’amichevole per festeggiare Francesco Ferreira, da cui gli Immortali non fecero ritorno.

In un bel documentario di Andrea Ragusa e Nuno Figuereido, Benfica - Torino 4 - 3, in cui si racconta di quella partita dal punto di vista portoghese, la sua testimonianza è commovente. “Loro per noi erano dei mostri sacri e quindi noi ci accostammo alla partita con timore reverenziale, come ragazzi di fronte a dei maestri. Il Torino fece la sua onesta partita, ma probabilmente quel giorno noi avevamo qualche motivazione in più di loro e fu così che vincemmo. Erano tutti ragazzi fantastici, molto cordiali e alla mano”.

E in effetti, per gli sportivi portoghesi, quella fu una partita memorabile, con un clima montato ad arte dalla stampa lusitana, il cui massimo esponente dell’epoca, Candido de Oliveira, aveva descritto i ragazzi del Grande Torino come dei “cracos dá bola” degli assi del calcio. La delegazione italiana fu ricevuta con tutti gli onori dalle massime autorità cittadine e nazionali e l'evento ebbe gran cassa di risonanza, prima ancora del suo tragico epilogo.

Prima della gara, a Francisco Ferreira furono fatti regali ed omaggi di ogni genere e dopo la partita le due squadre, con i dirigenti, si recarono al ristorante Alvalade, a Campo Grande, vicino allo stadio, per il banchetto d'onore tutti insieme, come si usa tra amici fraterni che hanno lealmente incrociato i tacchetti sul campo, ma che altrettanto lealmente levano i calici nel Brindisi allo sport ed all’amicizia.

Il resto, ahimè, lo conosciamo bene. Il viaggio tra nuvole gonfie di pioggia, lo schianto sul colle di Superga, la fine della Storia e l’inizio e la Leggenda.

Quello che non conoscevamo altrettanto bene, ma ci hanno pensato Andrea e Nuno a svelarcela, è stata l'ondata di commozione che ha investito i benfiquisti, che ha portato una folla enorme ad esternare il suo cordoglio fuori dall’ambasciata italiana di Lisbona, ma anche nel resto del Portogallo.

Oggi siamo tutti un po' più poveri e più tristi, perché Rogério rappresentava l'ultimo legame, una sorta di cordone ombelicale con gli Immortali, che è stato reciso. Ci consoliamo pensando che lassù, gli eterni ragazzi granata ed i suoi compagni del Benfica, lo stavano aspettando per giocare negli azzurri campi del Paradiso, la rivincita di quella partita.

Adeus Pipi, que a terra seja luz para você e abrace os Imortais por nós.

Domenico Beccaria

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