Nell’inchiostro che riempie un foglio bianco sono riposte le speranze dei torinesi per il 2020. Ogni anno a Natale, l’albero di Porta Nuova, come nelle più belle tradizioni, raccoglie i desideri dei cittadini che lo riempiono di letterine.
Nella hall della stazione, tra il via vai di chi corre per prendere un treno e dei pendolari che rincasano dopo una lunga giornata di lavoro, sono tanti i curiosi che si fermano a fotografare l’albero, a scrivere o a leggere una letterina. Su quei fogli di carta improvvisati vi sono i sogni dei torinesi, dai più intimi e romantici ai più simpatici: c’è chi chiede un mondo più pulito e rispetto per il clima, chi lancia messaggi d’amore a donne che non sa se rincontrerà mai o chi, con ironia, chiede a Babbo Natale un passaggio in orario del bus Gtt.
Insomma, tantissimi desideri diversi tra loro, che evidenziano le tante differenze che caratterizzano una società ormai multiculturale come quella torinese. Imbattersi in un bigliettino scritto in una lingua straniera, infatti, non è poi così insolito. Tra i temi toccati nelle letterine appese diligentemente all’albero di Natale di Porta Nuova vi è l’università: moltissimi studenti chiedono, o forse sarebbe meglio dire sperano, di passare un difficile esame.
"Caro Babbo Natale, un 18 di filosofia ci renderebbe felicissime" scrivono Giulia, Chiara, Vale e Ale. Più ironica la persona che rimane anonima: "Quest'anno facciamo che tu non mi porti nulla, ma ti prendi un po' della mia ansia", mentre è il trionfo del romanticismo il messaggio che, abbinato alla foto di una ragazza, recita: "Caro Babbo Natale, ti scrivo perché ho visto la foto di questa ragazza... o Babbo, pensi sia possibile non innamorarsi dei suoi occhi?". E' riconducibile a un bimbo la letterina che chiede di "evitare l'inquinamento o la terra finisce".
Il filo conduttore che lega i desideri dei torinesi, in fondo, è però uno solo: la felicità. Quella sensazione che per ognuno dei cittadini scocca grazie a un motivo differente, ma che tutti si auspicano arrivi per Natale. Quella racchiusa nei sogni custoditi su un bigliettino scritto di corsa e appeso all’albero di Porta Nuova con tanta speranza.
Come nelle più belle tradizioni natalizie.