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Pinerolese | 04 febbraio 2020, 10:54

Da Bibiana al Benin per insegnare a impiegare al meglio le risorse agricole

“Il frutto permesso” è appena tornato da un centro accoglienza per donne e bambini sottratti alla schiavitù. Ha insegnato come migliorare la produzione di trasformati come il succo d’ananas, farla diventare redditizia e ambientalmente sostenibile

Da Bibiana al Benin per insegnare a impiegare al meglio le risorse agricole

Dario Martina e Silvia Tron, della cooperativa bibianese “Il frutto permesso”, sono tornati mercoledì 29 gennaio da Adjohoun in Benin in Africa dove, in uno dei centri di accoglienza dell’ong Action Plus, assieme all’ente di formazione Enaip Piemonte, hanno fornito assistenza tecnica e commerciale per lo sviluppo di nuovi prodotti trasformati. «Per una decina di giorni siamo stati a Vignon: centro per donne e bambini che vengono sottratti alla schiavitù. Lì è attivo un laboratorio di trasformazione agroalimentare che preparava essenzialmente succo di ananas, ora stiamo lavorando per differenziare la produzione, renderla redditizia e sostenibile dal punto di vista ambientale – racconta Martina –. L’obiettivo della nostra collaborazione è insegnare che le risorse naturali non vanno sprecate durante il processo produttivo ma recuperate attraverso la preparazione di trasformati. Ad esempio nella produzione di succo d’ananas, inizialmente ben il 30% veniva sprecato, ora è stata ridotta tale percentuale utilizzando la polpa in marmellate che sono buonissime».

Non è la prima volta che “Il frutto permesso” lavora in Benin. La consulenza nel paese africano infatti fa parte del progetto Talea che coinvolge, oltre alla cooperativa bibianese, all’ong Action Plus e all’Enaip Piemonte, anche l’ong Cisv e il Comune di Borgomanero. «Lo scorso anno ci siamo concentrati sulla formazione teorica e pratica mentre questa volta Talea ha portato al centro Vignon dell’attrezzatura: una tappatrice, una spremitrice e un’imbottigliatrice – spiega Martina –. Oltre ad averle montate e ad aver insegnato come usarle, ci siamo focalizzati sull’aspetto economico per la differenziazione dei prodotti, al fine di trovare una migliore collocazione nel mercato locale e collegarsi ai canali di commercio equo solidale per raggiungere l’Europa».

Elisa Rollino

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