Una regata sul Po, ma senza i canottieri. Rischia di trasformarsi in un flop la prima “regata di Carnevale dei Borghi” annunciata in pompa magna dal Coordinamento Civico Torino in collaborazione con la Pro Loco di Torino e il Tavolo di Progettazione Civica che vede al suo interno Cristina Seymandi.
L’evento, già abbondantemente annunciato e pubblicizzato anche dalla stessa Seymandi, si svolgerà il 1°marzo, tra meno di un mese. Se i torinesi si augurano una buona riuscita, l’ipotesi che la regata possa vedere una partecipazione piuttosto limitata è concreta: il CCT infatti organizzato tutto senza coinvolgere chi il fiume lo anima e lo vive tutti i giorni: i circoli canottieri torinesi. Quello che potrebbe sembrare un paradosso è invece realtà. Il Coordinamento, avrebbe avvisato i circoli solo in un secondo momento: “Ci permettiamo di chiedere la vostra collaborazione per la prima Regata di Carnevale dei quartieri di Torino, vi chiediamo la disponibilità a diffondere la comunicazione della Regata di Carnevale e la disponibilità da parte dei vostri soci a partecipare gareggiando per un quartiere della Città ( possibilmente quello dove vivono)” si legge nella mail spedita alle segreterie dei circoli sul Po.
Una richiesta rispedita al mittente dagli Amici del Fiume: “Non possiamo rispondere positivamente alla vostra richiesta di partecipazione, abbiamo ricevuto la vostra comunicazione apprendendo in questo modo che avete organizzato una regata, peraltro senza chiarire se di canoa o di canottaggio”. Il motivi del diniego sono molteplici: dalla burocrazia all’uso delle barche, passando per il via libera delle rispettive Federazioni e al rispetto di determinate condizioni di sicurezza, i circoli torinesi hanno motivato ampiamente la loro mancata partecipazione.
“Tutte le manifestazioni sportive organizzate sul fiume vedono da un lato un soggetto organizzatore che ha esperienza specifica, risorse, mezzi e capacità e dall’altro gli altri sodalizi che collaborano all’organizzazione per rispondere ai requisiti sopra menzionati” spiegano gli Amici del Fiume. Parole confermate da Gian Luigi Favero, presidente dell’Armida: “E’ una cosa campata un po’ per aria. La richiesta ci ha lasciato attoniti: ogni gara va approvata dalla federazione, funziona sempre così. Anche a San Giovanni”.
Il rischio, di fatto, è che la gara non si abbia luogo o venga organizzata in forma ridotta. La mancata partecipazione dei circoli, di per sé, non preclude quella dei singoli soci, ma è difficile che gli atleti scelgano di partecipare, non avendo a disposizione le barche e dovendo andare così contro il parere delle società d’appartenenza.
Sbalordita da questo modo di gestire gli eventi la capogruppo di Rinascita Torino Federica Scanderebech: “Apprendo con estrema sorpresa che prima si bloccano in tutta la Città le iniziative per i festeggiamenti del Natale inquadrandole in una rigida delibera, poi con l’avvento del Carnevale, dove ogni scherzo vale, senza alcuna delibera o atto amministrativo, il tavolo di coordinamento civico propone una regata sul Po carnevalesca senza neppure preventivamente chiederne un parere ai circoli remieri, che vengono addirittura avvertiti ed incitati a partecipare tramite una mail della stessa Seymandi. Siamo davvero al limite del burlesco!”.
Il Coordinamento Civico Torino rispedisce le critiche al mittente: “Abbiamo interloquito con l’assessorato preposto, comunicando con il gabinetto del sindaco Appendino”. Sulle adesioni invece Bruno Veronese, membro del CCT e uno dei due facenti funzioni per la gestione della presidenza, spiega: “Abbiamo ricevuto molte adesioni da sportivi dilettanti e universitari. Le giustificazioni dei circoli le trovo un po’ campate per aria, ma non voglio entrare nel merito dei regolamenti”. “E’ un evento organizzato per risvegliare la città dal torpore” conclude il membro del CCT. Di certo, la prima regata di Carnevale dei Borghi fa discutere il mondo della politica e dell’associazionismo torinese.