"Fummo condotti in sei, legati insieme con un unico filo di ferro, oltre a quello che ci teneva avvinte le mani dietro la schiena, in direzione di Arsia. Indossavamo i soli pantaloni e ai piedi avevamo solo le calze. Un chilometro di cammino e ci fermammo ai piedi di una collinetta dove, mediante un filo di ferro, ci fu appeso alle mani legate un masso di almeno 20 chili. Fummo sospinti verso l’orlo di una foiba, la cui gola si apriva paurosamente ner"».
Con queste parole lo storico Raoul Pupo racconta il dramma delle Foibe: fra il '43 e il '45 in Venezia Giulia si consumò una strage che costò la vita a migliaia di persone, rastrellate dai soldati titini e gettate, spesso ancora vive, nelle cavità carsiche.
Lunedì 10 febbraio, in occasione del Giorno del Ricordo, l'ANPI Settimo Torinese ha organizzato in Sala Levi una proiezione dell'intervista a Raoul Pupo per Rai Storia. È stata l'occasione per commemorare, assieme allo storico Silvio Bertotto, le foibe e l'esodo giuliano-dalmata.
"La violenza va sempre condannata – è intervenuta la presidente del Consiglio Carmen Vizzari - È importante mantenere viva la memoria di ciò che è avvenuto al confine orientale, in quella che fu fra le più buie pagine della nostra storia".