Con l'allargamento a tutto il territorio nazionale delle prescrizioni anti-coronavirus approvate con il decreto del Presidente del Consiglio Conte, la movida è di fatto costretta a fermarsi anche nei quartieri Vanchiglia e Borgo Rossini, due tra i più “caldi” della città.
Nella giornata di sabato la situazione era rimasta pressoché inalterata, con diversi assembramenti di persone ma ieri molti locali, tra cui Tirabusciò, Da Emilia e Dunque, avevano già deciso di chiudere preventivamente, scelta poi condivisa anche da altri come Barbiturici e Le Panche.
Anche l'associazione di esercenti Smart Vanchiglia aveva espresso la propria adesione alle singole iniziative: “Sentiamo – si legge in un apposito comunicato - la responsabilità di contribuire al contenimento dei contagi per uscire nel più breve tempo possibile da questa preoccupante emergenza, pertanto diversi esercizi commerciali resteranno chiusi al pubblico al fine di prevenire assembramenti incontrollati dentro e fuori i locali".
"Il sacrificio che ci viene chiesto è estremamente complicato, ma la salute pubblica deve essere la priorità di tutte e tutti, compresa quella dei nostri addetti ai lavori. Rifiutiamo ogni tipo di strumentalizzazione e siamo certi che tutti gli organismi deputati saranno pronti nel breve periodo ad introdurre misure di sostegno alle imprese”.
A essere quantomeno dubbio, però, è lo stesso decreto, che stabilisce su tutto il territorio nazionale la chiusura dei pub (le cui attività sono “sospese”) e l'apertura dalle 6 alle 18 di bar e ristoranti (“con obbligo, a carico del gestore, di far rispettare la distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro, con sanzione della sospensione dell'attività in caso di violazione”) senza specificare le caratteristiche per distinguerli.
Da Ascom, nel frattempo, hanno fatto sapere che delucidazioni e chiarimenti possono essere inoltrati solo dalle prefetture, mentre sul sito della Regione Piemonte viene specificata l'esistenza di “un'unica tipologia di esercizi di somministrazione di alimenti e bevande”.
A chiedere un giro di vite era stato anche il presidente della Circoscrizione 7 Luca Deri: “I pub – aveva dichiarato - devono rimanere chiusi: con un po' di ritardo ma ci siamo arrivati, sono certo che la coscienza civica dei gestori porterà loro a rispettare il decreto sia per la loro salute che per quella di dipendenti, avventori, residenti e relative famiglie. Chiediamo alle autorità competenti di controllare in modo inflessibile il rispetto delle norme”.
Soddisfazione per le misure prese è stata espressa dal comitato Riprendiamoci Vanchiglia, il più attivo contro la “malamovida”, e dalla capo-gruppo di Fratelli d'Italia in Circoscrizione Patrizia Alessi.