Crescono anche in queste ore nelle officine e negli uffici delle aziende metalmeccaniche i casi di contagio da Coronavirus di alcuni dipendenti, determinando così la richiesta da parte dei lavoratori di essere messi in sicurezza restando a casa.
Ieri sono usciti in sciopero i lavoratori della Meccanica di Mirafiori e quelli di Mopar. Questa mattina alle ore 6 i lavoratori della Carrozzeria di Mirafiori del reparto RG Premium, che guidano le vetture per fare le prove su strada, hanno deciso di incrociare le braccia dopo che ieri un loro collega aveva denunciato un caso di positività nella propria famiglia ed è stato, giustamente, mandato a casa dall'azienda. Alle 8 sono stati messi in contratto di solidarietà tutti i lavoratori.
Edi Lazzi segretario generale della Fiom Cgil e Ugo Bolognesi responsabile di Mirafiori per la Fiom Cgil dichiarano: "questo è solo l'ultimo, ed ennesimo caso, dopo quelli di altre realtà produttive come la Denso, la Teksid, la CNH di San Mauro, la M4U, la Elbi, la Lear, la Maserati, la FCA Services, la Thales Alenia Space, la TTA in cui si riscontrano casi di lavoratori positivi al virus o che sono stati in contatto con altre persone a loro volta positive. Casi che dovrebbero far riflettere sul fatto che, anche applicando le misure di precauzione nelle aziende, la possibilità che il virus arrivi dall’esterno è difficilissima da contenere".
"La pandemia purtroppo non si ferma davanti ai cancelli delle fabbriche. Dalle ultime rilevazioni i fermi produttivi nelle aziende metalmeccaniche torinesi coinvolgono oltre 12.000 lavoratori, almeno duemila in più rispetto al dato che solo ieri abbiamo fornito. Di fatto le aziende si stanno fermando da se per il dilagare del fenomeno. Da giorni i lavoratori sollecitano una riflessione generale sull'eventualità di considerare, da parte di chi ha le competenze per farlo, la possibilitá di fermare per un certo periodo di tempo tutte le produzioni non di primaria importanza, per permettere la sanificazione completa e approfondita delle aziende e la riorganizzazione delle produzioni e, in questo modo, anche arginare il diffondersi del contagio che potrebbe, tra l'altro, far saltare il sistema sanitario nazionale generando ben più gravi conseguenze sociali ed economiche".
"È il momento di esercitare a ogni livello il massimo di responsabilità", hanno concluso.
E il segretario generale Fim Cisl Torino e Canavese, Davide Provenzano, aggiunge: “Troppe le aziende metalmeccaniche senza una linea di sicurezza precisa per i propri dipendenti. I lavoratori vanno a lavorare con una grande preoccupazione per loro ma anche per i loro familiari a casa. Come FIM-CISL abbiamo dato comunicazione a tutti gli Operatori Territoriali di segnalare al Prefetto di Torino, tutte quelle aziende che non rispettano il decreto in materia di sicurezza legato al COVID-19. Inoltre i nostri delegati e tutte le strutture hanno indicazioni di mettere in campo azioni di sciopero laddove si ravvisi un atteggiamento ostile da parte datoriale. Se serve stop alle produzioni, per garantire ai lavoratori il rispetto delle norme da parte aziendale, al fine di farli rientrare successivamente in piena sicurezza”.