Ho letto con stupore – non lo nego – le dichiarazioni diffuse dalla sig.ra Di Mascio, con le quali, a nome del Forum del Terzo Settore, si richiede alla Regione Piemonte maggior ascolto e una “seria politica welfare”. Trasecolo di fronte alle accuse di disattenzione e di scarsa serietà rivolte all’Istituzione regionale nelle politiche del welfare, poiché esse lasciano intendere un travisamento dei fatti.
Temendo che la sig.ra Di Mascio possa ignorarlo a causa di una inspiegabile distrazione, rammento che proprio nei giorni scorsi ho diramato, tramite il settore regionale competente, una convocazione, in videoconferenza, della Rete regionale della protezione e dell’inclusione sociale, per confrontarci sul tema delle nuove povertà che fondatamente temo potranno emergere in conseguenza della crisi economica che conseguirà a quella sanitaria.
Rassicuro il mondo del welfare che da diverse settimane sono parte attiva, all’interno della Giunta regionale, nel promuovere strategie che contemplino azioni positive e risorse adeguate a favore dei cittadini piemontesi che saranno colpiti dall’onda d’urto economica, a partire dalla cosiddetta “fase 2” post-pandemia. Rammento altresì che, in tempi non sospetti, più di tre settimane fa, mi sono espressa, sui mezzi di informazione, proprio rispetto a tale tema, così centrale per il futuro del comparto sociale. A titolo esemplificativo, ricordo di aver dichiarato (il giorno 2 aprile) di “agire il prima possibile per sostenere le nuove povertà: servono misure anti crisi” e che “le Istituzioni hanno il dovere di contrastare questo concreto
pericolo e lo possono fare solo grazie a linee strategiche incisive ed innovative”.
Pertanto, le richieste della portavoce Di Mascio, che sono ultronee e ridondanti rispetto alle azioni già attivate dalla scrivente, mi persuadono a credere che la stessa abbia prestato una scarsa attenzione o si sia distratta rispetto al percorso già intrapreso tempestivamente dalla Regione, non appena cioè si iniziavano ad intravedere le prime avvisaglie di quali conseguenze il perdurante lockdown avrebbe portato.
Infine, concordo nel ribadire la centralità delle esigenze dei cittadini, soprattutto quelli appartenenti alle fasce più deboli, sui quali debbono essere incentrate le nostre risposte, rapide ed incisive, mentre sottolineo e rammento che in questo preciso momento storico, anche nel vasto mondo del sociale, in coscienza, nessuno può permettersi neppure lontanamente di pensare al business e al profitto secondo paradigmi utilitaristici e lontani anni luce dalle reali necessità che il momento emergenziale richiede; chi anteponesse il guadagno e il ‘vil denaro’, lo dico con amarezza, tradirebbe coloro che realmente ogni giorno affrontano difficoltà insormontabili e incontrerebbe in me un nemico formidabile. A ciascuno, per parte propria, si chiede responsabilità e coesione, sig.ra Di Mascio. Ce lo impone il rispetto che nutriamo verso i Piemontesi, la fiducia dei quali non possiamo consentire venga tradita.