“In un momento difficile come questo, la filiera dell’auto deve essere sostenuta integralmente, senza remore demagogiche e preconcetti ideologici. Ne va dell’esistenza di decine di migliaia di imprese a Torino e in Piemonte oltre che dell’occupazione di centinaia di migliaia di persone in tutto il Paese. Anzi di più, da un sostegno all’automotive intelligente ed efficace, ne trarrebbero beneficio anche l’ambiente e il territorio”. Corrado Alberto, Presidente di API Torino, commenta così il dibattito in corso sugli incentivi alla filiera dell’auto le cui misure sono in discussione nell’ambito del decreto Rilancio.
Alberto aggiunge: “E’ giusto che lo sviluppo dell’auto elettrica sia sostenuto, ma i tempi della riconversione sono inevitabilmente più lunghi. È indispensabile prevedere anche incentivi per il rinnovo del parco auto con veicoli moderni ma a motore termico. Dobbiamo ricordarci che la diffusione dell’elettrico deve scontare tempi di sviluppo di medio-lungo periodo oltre che costi comunque ancora elevati, mentre il parco auto italiano deve essere rinnovato con decisione adesso. Secondo gli ultimi dati disponibili, il nostro parco circolante di autovetture ha oggi un’età media di 11 anni e 6 mesi. Aiutare gli acquisti di auto passando da euro 0,1,2,3 ad euro 6 con qualunque motorizzazione, è la strada giusta per sostenere ambiente e occupazione”.
Il Presidente di API quindi precisa: “Dobbiamo fare molta attenzione. Oggi occorre rispondere in tempi brevissimi a esigenze diversificate: fare ripartire i consumi interni, sostenere l’occupazione, consentire lo sviluppo di un comparto strategico come quello dell’auto, assicurare entrate fiscali allo Stato, tutelare l’ambiente. Una intelligente politica industriale può raggiungere questi traguardi. Occorre però coerenza e, soprattutto, attenzione alla realtà”.
“Se aspettiamo – sottolinea Alberto -, che l’elettrico sia alla portata di una consistente fetta di mercato, finiremo per trovarci con un mercato ancora più moribondo di oggi e con più disoccupati”.
Alberto quindi conclude: “La politica deve dimostrare, anche nel caso dell’auto, di saper guardare oltre alle facili posizioni demagogiche fatte di un ambientalismo superficiale e antiquato. L’ambiente si può salvare creando lavoro e sviluppo”.