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Economia e lavoro | 08 giugno 2020, 11:14

Dalle consegne alle informazioni turistiche e su baby sitter, Torino "copia" Genova per rilanciare le edicole abbandonate

Dal 2016 hanno cessato l'attività un centinaio di chioschi: il capoluogo piemontese punta a replicare l'iniziativa del "maggiordomo di quartiere"

Dalle consegne alle informazioni turistiche e su baby sitter, Torino "copia" Genova per rilanciare le edicole abbandonate

Ricevimento di pacchi, piccole manutenzioni e cortesie di vicinato. Sono alcuni dei servizi messi a disposizione in via sperimentale in alcune edicole di Genova nell’estate 2019, che Torino punta a replicare per rilanciare i chioschi.

Il progetto - nato da un’idea della Regione Liguria, con Confindustria, Confesercenti e Comune di Genova – è stato presentato questa mattina in commissione su sollecitazione della capogruppo di “Torino in Comune” Eleonora Artesio.

L’iniziativa “Maggiordomo di quartiere” ha l’obiettivo di rilanciare l’attività dei punti vendita di giornali. A Torino, nel 2016, le edicole attive erano 430: negli ultimi tre anni hanno cessato l’attività circa un centinaio di realtà, di cui ben 52 nel 2019. Da qui l’esigenza di ripensare le funzioni di questo settore.

L’iniziativa fatta a Genova prevede appunto che i chioschi possano diventare punti di ricevimento corrieri per negozi e condomini, così come svolgere attività di sostegno ad abitanti anziani (consegna spesa a domicilio, piccole manutenzioni e commissioni). I gestori si sono occupati poi di cura e pulizia degli spazi comuni e di cani e gatti, oltre a fornire aiuto per trovare badanti, colf e baby sitter, così come informazioni turistiche e sulla vita sociale del quartiere (dove mangiare, dove fare shopping).

Un modello che Torino, come ha chiarito l’assessore al Commercio Alberto Sacco, vuole studiare e punta replicare per rilanciare le edicole abbandonate. “Si può sperimentare in alcune zone della città, magari a partire dalle periferie – ha chiarito l’esponente della giunta Appendino – quanto fatto a Genova: sono servizi utili, per come si sta evolvendo la società”. “Su altre penso si debba partire con nuovi bandi, soprattutto perché così non possono essere assegnate” ha concluso.

Cinzia Gatti

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