Il futuro dell'auto, da sempre la spina dorsale della produzione industriale di Torino e del Piemonte. Ma senza dimenticare tutte le altre vertenze aperte, così come i tavoli di crisi. Su tutti quello legato alla ex Embraco. E poi il futuro di Fca (alla luce della fusione annunciata come imminente con Psa), la formazione e non solo. La prima riunione del Tavolo regionale sull'automotive - anche se il teleconferenza, dopo la pausa legata alla crisi del Covid - ha riacceso i riflettori sulle difficoltà che l'economia locale trascinava con sé anche prima che la pandemia salisse alla ribalta.
A fare il punto della situazione, insieme ai sindacati, l’assessore al lavoro Elena Chiorino, l’Unione Industriale di Torino, l’Anfia, il rettore del Politecnico di Torino, Guido Saracco.
"La situazione dell’automotive era complicata già prima del Covid, adesso lo è ancor di più, ecco perché serve avere un piano complessivo della mobilità e una politica industriale in grado di rilanciare questo importante settore - commenta Edi Lazzi, segretario generale della Fiom-Cgil -. Abbiamo ribadito l’urgenza di ottenere nuove produzioni di auto da parte di FCA/PSA per gli stabilimenti torinesi per poi agire su un piano di infrastrutturazione del territorio per le vetture elettriche e la produzione di energia pulita. Servono anche investimenti pubblici e privati per la costruzione sul nostro territorio di una grande fabbrica di batterie con il ciclo completo di produzione, rigenerazione, riutilizzo e smaltimento. Solo agendo in questo modo possiamo pensare di avere delle prospettive capaci di dare risposte alle molte crisi occupazionali a partire dai lavoratori della ex Embraco".
"In questa discussione c'è un convitato di pietra, Fca, anzi due, Fca e Psa - aggiunge Federico Bellono, Cgil -. Il futuro del distretto automotive torinese dipende innanzitutto dalle loro scelte, dalle produzioni che si faranno qui. E Torino non era messa bene neanche prima del Covid e ora? Montagne di cassa integrazione. Davvero si pensa di vendere più Maserati con gli incentivi? Affidarsi solo alla 500e è illusorio. La megafactory delle batterie sarebbe importante, ma servono risorse ingenti e una "forza" politica che al momento non vedo. E l'autunno sarà drammatico: serve prorogare ammortizzatori e blocco dei licenziamenti".
“La UIL ha chiesto la convocazione di un tavolo di discussione a livello nazionale – ha sottolineato Teresa Cianciotta della segreteria regionale Uil – perché solo a quel livello si potranno attivare gli incentivi giusti per dare un’accelerata alla ripresa della nostra Regione. Inoltre abbiamo evidenziato la necessità di incentivare la formazione con attenzione alla qualità, in modo da individuare i profili necessari alle aziende”.
“La discussione di oggi è stata proficua - aggiunge il segretario generale Uilm Torino Luigi Paone -, ma non bisogna dimenticare che sono ancora molti i tavoli di crisi aperti. Al di là dei progetti presentati oggi, che ci auguriamo abbiano esito positivo, ma che necessitano di tempo per essere avviati, ciò che conta è il presente: senza risolvere i problemi contingenti, non c’è strada per il futuro. E’ strategico individuare una rapida politica di incentivi in grado di far ripartire il mercato auto e dunque la produzione negli stabilimenti FCA e nell’indotto".
Uno dei problemi principali fatto presente è il caso Ex Embraco: “Condividiamo l’impegno dell’assessore Chiorino per riconvertire lo stabilimento di Riva di Chieri in polo di produzione di batterie per auto elettriche – sottolinea Paone –, ma va individuato al più presto un investitore serio disposto, con l’aiuto delle Istituzioni, a garantire un futuro allo stabilimento e alle 400 famiglie”.
"La vera sfida - aggiunge Davide Provenzano, segretario generale di Fim Cisl Torino e Canavese - è riuscire a coniugare la sfida del futuro di Torino con le vertenze del presente. Bene l’accademy su automotive ma serve piano infrastrutturale per sostenere la transizione e bisogna dare risposte concrete ai lavoratori che rischiano di rimanere senza occupazione nell’immediato".
All'assessorato regionale è stato chiesto di farsi portavoce delle loro istanze per rilanciare il settore: in particolare le imprese chiedono una significativa iniezione di incentivi da parte del governo, per consentire alle imprese di smaltire gli stock rimasti in fermi a causa dell’emergenza Covid19 e permettere al tessuto imprenditoriale, che oggi opera al 50 per cento del suo potenziale, di ripartire con tutta la sua potenzialità. Chiorino ha condiviso le richieste degli imprenditori, impegnandosi a farsi parte attiva, anche con il coinvolgimento di alcuni parlamentari piemontesi, per indurre l’esecutivo Conte a intervenire in fretta e senza perdere ulteriore tempo prezioso. L’assessore Chiorino ha inoltre dato "la massima disponibilità a collaborare con tutte le parti in causa per rilanciare il settore con ogni mezzo a disposizione, puntando anche con forza sulla formazione e, in particolare, con lo sviluppo del progetto «academy», strumento giudicato indispensabile per offrire alle imprese che decideranno di investire in Piemonte, una manodopera costantemente aggiornata e in grado di operare su piattaforme tecnologiche in continua evoluzione. Tutte azioni che debbono rientrare, secondo l’assessore, in un piano industriale di ampio respiro e di lungo periodo".