A settembre la scuola - almeno per il momento - riparte tra mille incertezze legate alle misure di distanziamento, presenza del numero di alunni in classe, uso delle mascherine. Dubbi a cui per i nidi comunali di Torino si aggiungono anche quelli legati alla precarietà del personale, che inoltre è sempre più anziano.
Problemi già denunciati in passato e ribaditi stamattina dalla Cub Scuola, durante la presentazione delle petizione di iniziativa popolare. "La pandemia - ha spiegato Cosimo Scarinzi - ha aggravato ulteriormente il contesto, dove già c'erano difficoltà organizzative legate alla stabilizzazione e la necessità di ringiovanire i dipendenti". A fargli eco Paola Silvestro, educatrice e supplente di Torino che ha chiesto al Comune "progettualità di assunzioni".
La volontà da parte della Città di tornare ad assumere c'è, come ha detto l'assessore all'Istruzione Antonietta Di Martino ricordando le linee di indirizzo per il sistema 0-6, approvate dal Consiglio Comunale. Il Coronavirus ha aggravato però la situazione delle casse comunali, già in difficoltà.
"Attualmente - ha spiegato l'esponente della giunta Appendino - ci sono circa 30 posti vacanti all'interno dei nidi comunali e per settembre rischiano di aumentare". Per l'anno 2020-2021 sono garantiti i posti di lavoro attuali, ma non ci sono certezze in merito alle future entrate di personale. Ad essere in crisi, come ha chiarito Di Martino, non è solo il settore educativo ma anche quello amministrativo. "Il personale in quest'ultimo ambito - ha spiegato - è ridotto al lumicino e servono tecnici per fare funzionare scuole".
A confermare un quadro economico difficile il collega al bilancio Sergio Rolando: "I fondi di quest'anno sono molto incerti".