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Economia e lavoro | 27 giugno 2020, 13:37

Gli italiani stressati e in ansia per il post-lockdown vanno dallo psicologo

Nel nostro Paese, come in altri paesi europei gli impegni quotidiani, la normale frenesia alla quale tutti erano abituati, e la fretta, generate dal lavoro e dalle necessità della vita ci hanno sempre tenuti a un livello alto di movimento.

Gli italiani stressati e in ansia per il post-lockdown vanno dallo psicologo

Il lungo lockdown in Italia ha sottoposto tutti a una prova molto dura; un cambio di abitudini repentino e drastico. Nel nostro Paese, come in altri paesi europei gli impegni quotidiani, la normale frenesia alla quale tutti erano abituati, e la fretta, generate dal lavoro e dalle necessità della vita ci hanno sempre tenuti a un livello alto di movimento.

Ritrovarci d'improvviso obbligati a rimanere in casa intere giornate, intere settimane, in molti di noi ha creato insonnia, ansia, disagio, e una leggera depressione latente, che si è manifestata però proprio al termine di questo periodo di costrizioni e restrizioni. Molti italiani si sono ritrovati a fare i conti con la paura di uscire di casa. Il rimedio più appropriato e immediato è stato quello di rivolgersi a degli psicologi e terapeuti.

Il fenomeno si sta verificando in tutto il Paese, la ricerca di psicologi a Torino, Milano, Roma e le altre città sta aumentando sempre di più, non solo nelle grandi metropoli ma anche nei centri minori.

    1. Gli italiani si dichiarano stressati

In effetti tornare alla normalità pare che per tante persone si sia rivelato un passaggio davvero molto difficile; forse più difficile nell'accettare il lockdown stesso. Questa è l'opinione espressa dagli psicologi del nostro Paese, che hanno anche avviato un'indagine per testare effettivamente quante persone stiano vivendo il disagio di tornare a una vita normale; dopo tante settimane passate rinchiuse in casa. I dati che sono emersi hanno messo in evidenza che quasi il 40% dei soggetti intervistati ha dichiarato di sentirsi veramente stressato. Questo stress è forse dovuto al fatto che passare tante settimane, tanti mesi chiusi in casa aveva creato una specie di dipendenza dall'isolamento, restare chiusi in casa non è stato facile per nessuno.

    1. Il “tempo ritrovato”

Ma pare che ognuno abbia affrontato questa necessità in maniera differente. In effetti qualcuno ha vissuto il lockdown come una vera e propria prigionia, una limitazione alla propria libertà, e ai propri desideri, alle proprie necessità. Altri invece hanno reagito assorbendo maggiormente il lato positivo dell'isolamento, attraverso la sensazione di “tempo ritrovato”, ovvero di ritmi più naturali, di libertà nel poter fare le cose a proprio piacere, senza fretta, senza uscire di casa. I ritmi frenetici e veloci della vita di tutti i giorni a qualcuno sono sempre pesati, ecco perché il lockdown che ha dato la possibilità di fermare questi ritmi e di tirare il fiato ha creato una sorta di dipendenza, di chiusura interiore.

    1. La paura del contagio

Quindi molti italiani oggi provano disagio psicologico, ansia, insonnia, addirittura depressione, proprio perché fanno fatica a riprendere la vita normale; la fretta, la frenesia, gli impegni di lavoro, il contatto con gli altri. Senza accantonare poi il problema dell'ansia del ritrovarsi fuori, di dover indossare le mascherine, di dover mantenere le distanze dagli altri, e di stare sicuramente allerta per quello che riguarda il possibile contagio del Covid19. Ecco perché il tornare alla vita normale si è caricato di una “anormalità” difficile da accettare; è un po' il rovescio della medaglia: se quello che prima era considerato normale oggi viene vissuto in modo completamente differente ovvero viene classificato non normale, questa ha generato molta confusione nelle persone, e una serie di problemi di diversa natura.

    1. Lasciare la sicurezza della propria casa

Quindi ognuno di noi sta riscontrando un problema differente, ci sono dei conflitti e dei bisogni diversi. C'è chi ha bisogno di nuovo della socialità, ma fatica ad abituarsi a questo proprio per la prudenza e gli obblighi a mantenere un distanziamento, mentre invece ci sono altre persone che vivono il disagio dal versante opposto, si erano chiuse in un guscio sicuro, tranquillo, ovattato, e oggi fanno fatica ad uscirne. Oggi c'è la necessità a detta degli esperti di queste problematiche di creare nuovi schemi, nuove accettazioni; necessita consapevolezza più approfondita, e tralasciare l'accettazione automatica degli eventi.

    1. Lo psicologo ancora di salvezza

Purtroppo l'ansia nasce anche dal fatto che le persone ormai vedono il prossimo come un potenziale pericolo, questo crea paura, e quindi il conflitto diventa ancora più pesante, ovvero desiderio di socialità, di incontrare di nuovo le persone care, gli amici, ma nello stesso tempo una forma di rifiuto dovuta al timore del contagio. Senza dubbio in queste ultime settimane molti italiani stanno ricorrendo all'aiuto e al supporto psicologico di medici specializzati del settore, perché affrontare con le proprie forze una situazione così particolarmente complessa pare sia veramente impossibile.

    1. Trovare un buon psicologo

Possiamo dire che fortunatamente di bravi psicologi l'Italia è piena; potete cercare e trovare una lista di professionisti anche online; se ne possono trovare con questo metodo molto facilmente, consultando ad esempio un elenco di bravi psicologi a Torino e provincia.

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