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Attualità | 28 giugno 2020, 11:15

Energie pulite: una risorsa per l’ambiente e per l’economia. Torino è in prima fila

Legambiente nell’annuale rapporto “Comunità Rinnovabili” racconta 32 progetti di comunità energetiche e di autoproduzione collettiva, ponendo sotto i riflettori anche il capoluogo piemontese e la sua provincia

Energie pulite: una risorsa per l’ambiente e per l’economia. Torino è in prima fila

Legambiente nell’annuale rapporto “Comunità Rinnovabili” racconta 32 progetti di comunità energetiche e di autoproduzione collettiva, ponendo sotto i riflettori anche Torino e la sua provincia sempre impegnate e all’avanguardia.

Basare i consumi energetici sulle fonti rinnovabili non è un’utopia, ma rappresenta il futuro, tanto che non è neppure più corretto parlare di rivoluzione, dal momento che si tratta di un modello di generazione distribuito, che oramai interessa ogni Comune italiano. Questo perché negli anni è cambiato il modo con cui si guarda alle energie pulite. Mentre in passato, infatti si tendeva a sostenere l’idea che il sistema energetico per funzionare dovesse essere fatto da grandi impianti e dovesse basarsi su una logica monodirezionale: dalle centrali verso le città e i luoghi di consumo, oggi al contrario “la sfida consiste nel mettere ancora di più al centro il territorio, con le sue risorse rinnovabili e nel trovare risposte alle diverse domande di energia elettrica e termica”. 

A confermarlo sono i dati che, come ogni anno, Legambiente ha presentato nel suo rapporto sull’innovazione energetica nei territori, insieme a 32 progetti di comunità rinnovabili e di autoproduzione collettiva.

Nel dossier “Comunità Rinnovabili”, l’associazione ambientalista, oltre a tracciare un quadro complessivo sulla diffusione delle fonti pulite nella Penisola nel 2019 e nell’ultimo decennio, offre una dettagliata fotografia dei nuovi fermenti che animano il nostro territorio nazionale, suddividendoli in comunità energetiche, progetti di autoconsumo collettivo e realtà di autoconsumo che coinvolgono amministrazioni, famiglie e aziende. 

Anche quest’anno il Piemonte e la provincia di Torino in particolare, possono vantare diversi esempi virtuosi. Tra i fiori all’occhiello del nostro territorio c’è il Consorzio Pinerolo Energia (CPE), che, insieme al Politecnico di Torino ed ACEA, sta ponendo le basi per realizzare una comunità energetica tra diversi comuni già coinvolti nel progetto “Oil Free Zones Territorio Sostenibile” che hanno ridotto la produzione di energia da fonti fossili portando la loro capacità di autoproduzione energetica al 42%. L’obiettivo del progetto è puntare al 100%. Sono 162, tra pubblici e privati, gli impianti previsti in grado di soddisfare i fabbisogni energetici locali per una produzione di energia elettrica da rinnovabili di circa 16,9 GWh/anno. 

Interessante anche il Progetto della Comunità energetica della Valle Susa (CEVS) che coinvolgerà la quasi totalità dei Comuni della zona, consentendo di massimizzare gli interventi di efficientamento energetico grazie a meccanismi condivisi di finanziamento. Verranno innanzi tutto coibentati gli edifici pubblici, si passerà poi alla realizzazione di micro reti di teleriscaldamento alimentate da un impianto a biomassa, locale e da filiere controllate e impianti solari termici. La comunità energetica sarà in grado di coprire il 100% dei fabbisogni energetici termici degli edifici pubblici coibentati e di alcuni privati limitrofi. La coibentazione riguarderà anche gli edifici residenziali alimentati a biomassa che verranno dotati di generatori più efficienti, con un risparmio del 50%, una riduzione del 90% delle emissioni di PM10, e il risparmio di 21.000 tonnellate l’anno di legna. Si potenzierà ancora il sistema di energy sharing di impianti fotovoltaici pubblici, già realizzati su una discarica e su edifici pubblici, con energia destinata all’autoconsumo degli Enti e all’alimentazione di veicoli elettrici. 

Per quanto riguarda l’Autoconsumo collettivo si evidenzia il Progetto pilota “Condomini Torino” applicato ad un complesso residenziale condominiale già esistente e formato da utenze miste, residenziali e commerciali. L’idea è utilizzare l’energia ottenuta da fonti rinnovabili, principalmente da fotovoltaico, sfruttando la superficie del tetto condominiale. Così facendo si alimenterebbe anche una pompa di calore per il raffrescamento e riscaldamento degli ambienti nelle diverse stagioni, consentendo un risparmio energetico pari all’80%. Gli impianti solari inoltre, consentirebbero l’installazione sulla via pubblica di centraline di ricarica per auto elettriche con utilizzo sia privato che, in un secondo momento, condiviso. 

Infine legato all’Autoconsumo il progetto Welfare Efficiency Piemonte, per un nuovo centro fisioterapico riabilitativo all’avanguardia, nato dalla riqualificazione di una delle ex fabbriche tessili di Chieri. Il progetto, il primo in Italia, è stato realizzato grazie al crowdfunding sulla piattaforma di equità crowdfunding Ecomill. 

Per maggiori informazioni si può consultare il sito comunirinnovabili.it. 

Così come si apprende dal dossier, in Italia, nell’ultimo decennio sono stati installati oltre un milione di impianti tra elettrici e termici in 7.911 comuni italiani contro i 356 di partenza. Il contributo portato dalle fonti rinnovabili al sistema elettrico italiano, negli ultimi 10 anni, si è tradotto in un aumento della produzione energetica di quasi 50 TWh passando da 63,8 TWh del 2008 a 114,8 TWh del 2019, mettendo così in parte in crisi il modello fondato sulle fossili e portando alla chiusura di centrali da fonti fossili per 13 GW. Tuttavia, la crescita dell’energia pulita continua ad essere troppo lenta rispetto alle potenzialità dei nostri territori ed inadeguata agli impegni nella lotta ai cambiamenti climatici. Stando ai dati di Terna, anche il 2019 sta seguendo questo trend con 750 MW di solare fotovoltaico (272 MW in più rispetto a quanto installato nel 2018) e 450 MW di eolico (112 MW in meno rispetto al 2018) installati. La produzione da rinnovabili è stata pari a 114 di TWh a fronte di una domanda elettrica nazionale di 326 TWh. Il contributo delle fonti pulite rispetto ai consumi elettrici è passato dal 15 al 36% e in quelli complessivi dal 7 al 19%. La crescita maggiore è avvenuta nel solare fotovoltaico e nell’eolico, che nel 2019 hanno soddisfatto rispettivamente il 7,6% e il 6,2% dei consumi elettrici nazionali. Per ottenere una profonda inversione di tendenza, sarà necessario, come ha sottolineato Edoardo Zanchini, vicepresidente di Legambiente, “rilanciare gli investimenti in rinnovabili ed efficienza e proporre un cambiamento che si apra a tutti i settori produttivi”. Legambiente ha rivolto perciò dieci proposte al Governo chiedendo una semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti da fonti rinnovabili di piccola taglia e l’introduzione di nuove linee guida per accelerare i progetti di grandi dimensioni in tutte le Regioni. Ha chiesto inoltre il recepimento della direttiva europea sulle comunità energetiche e lo sblocco dei progetti fino a 200 kW con l’introduzione di un fondo per l’accesso al credito a tassi agevolati. Altro nodo cruciale è stato la promozione di progetti di agrivoltaico, insieme all’eliminazione dei sussidi alle fonti fossili e alla revisione della tassazione energetica sulla base delle emissioni.

Maria La Calce

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