Il commercio torinese, piegato dal lockdown e dalla pandemia, prova a fatica a risollevarsi da un 2020 da incubo. Per farlo, anche a causa della "nuova normalità" e delle abitudini stravolte, guarda inevitabilmente alle opportunità come delivery ed e-commerce.
L'ultima idea promossa dalla Camera di Commercio di Torino per rilanciare il commercio di vicinato è la realizzazione di una piattaforma, di un portale che possa promuovere e aiutare i negozianti nell'affacciarsi al mercato digitale, aprendosi così nuove possibilità di fare business. Lo studio di fattibilità, portato avanti da Torino Wireless, partirà da ristoranti e bar, per poi essere esteso ad artigiani e commercio di territorio, prima di essere consegnato in autunno.
Uno degli obiettivi è alzare il dato che vede oggi il 20% degli esercizi avere una strategia digitale strutturata, comprensiva di sito internet, e-commerce e canali social. Il lockdown, nella sua drammaticità, ha obbligato i negozianti torinesi a fare un salto in avanti in termini di digilitalizzazione. Alcuni però, una volta terminata l'emergenza, sono tornati indietro, abbandonando l'e-commerce attivato durante la pandemia: si parla del 42% delle aziende, secondo i dati di Ascom.
Da qui le due proposte di mozione firmate da Federica Scanderebech e di Francesco Tresso per impegnare la Giunta ad adottare ogni strumento possibile per aiutare il commercio locale tramite il potenziamento del delivery e dell'online. Le associazioni di categoria, dal canto loro, hanno ribadito il loro favore, purché si metta in campo una strategia volta a dare vita a una piattaforma unica, riconoscibile e sponsorizzata, tramite il coinvolgimento del Comune e della Regione.
Favorevole anche l'assessore al Commercio del Comune di Torino, Alberto Sacco: "Da inizio mandato ho ritenuto importante aiutare i negozianti ad avere infrastrutture come software e hardware che potessero aiutarli nel loro lavoro. E' un momento di cambiamenti, potremmo cercare di intercettare risorse ad hoc, che prima sarebbero state inaccessibili: rinnovo l'impegno come Città a realizzare una piattaforma unica, mas serve pressione a livello nazionale per questo tipo di progetti".
Inevitabile poi una riflessione sullo smartworking, strettamente connesso alle dinamiche lavorative presenti in città. Durissimo, in tal senso, Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti Torino: "Questo smartworing improvviso non sta tutelando i lavoratori nello stesso modo".
"Perché un cameriere può lavorare e un dipendente pubblico no? Ci sono due categorie di lavoratori? E' assurdo e sbagliato".