Sono arrivati nell'officina 63 di Mirafiori e sono pronti ad aprire la strada a una produzione che - a pieno regime - conterà su ben 25 linee dedicate. Sono i primi quattro macchinari per la produzione di mascherine chirurgiche che Fca ha deciso di installare nello storico stabilimento torinese e a Pratola Serra, vicino ad Avellino.
Si tratta di un'iniziativa che rientra nel più ampio piano voluto dal Commissario straordinario per l'emergenza Covid-19, Domenico Arcuri. L'area che sarà destinata a questo tipo di attività sarà di circa 7000 metri quadri, mentre a Pratola Serra le linee saranno 19, su 9000 metri quadri.
L'obiettivo è di arrivare a produrre ogni giorno 27 milioni di pezzi, avviando l'attività tra la fine di agosto e l'inizio di settembre. Complessivamente saranno impegnati 600 dipendenti: le mascherine saranno distribuite attraverso la Protezione Civile, ma in parte saranno destinate anche ai dipendenti Fca dei siti italiani.
"Questa iniziativa rientra in un'azione più ampia che abbiamo portato avanti su scala mondiale per sostenere i territori in cui siamo presenti - commenta Pietro Gorlier, responsabile Emea di Fca -. In Italia abbiamo messo a disposizione le nostre eccellenze fin dalle prime battute della pandemia e ci siamo fortemente impegnati con tutte le nostre società".
"Fca è un'azienda che mantiene fede agli impegni, puntando l'attenzione non solo nei riguardi dei dipendenti ma della società tutta – dichiarano Dario Basso e Lida Mannucci, componenti della segreteria Fismic Confsal Torino -. Dare possibilità di lavoro, soprattutto in un periodo in cui la crisi è sempre più pressante, unendo rispetto e considerazione per la salute, sono sintomi che determinano una realtà produttiva industriale che non si ferma davanti alle difficoltà, ma mantiene coerentemente una linea salda verso la ripresa. Sarà nostro impegno dare a Fca tutte le disponibilità per raggiungere i comuni obiettivi".
"È positivo l'avvio produzione di mascherine a Mirafiori dove i lavoratori potranno dare il loro generoso contributo nella lotta contro il virus - aggiunge Edi Lazzi, segretario generale di Fiom Cgil per Torino e provincia -. La priorità resta però il futuro produttivo degli stabilimenti torinesi. La preoccupazione per il basso livello di saturazione è alta. La piena occupazione non è stata raggiunta e occorrono nuovi modelli di auto se si vuole realmente azzerare il ricorso alla cassa integrazione e rilanciare Mirafiori e Grugliasco”.