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Attualità | 12 agosto 2020, 08:00

Al via la raccolta delle mele in Piemonte, Coldiretti: "Produzione +13% con 225 milioni di chili"

Coinvolge più di 4 mila aziende ed una superficie di oltre 6 mila ettari

Al via la raccolta delle mele in Piemonte, Coldiretti: "Produzione +13% con 225 milioni di chili"

Al via in anticipo la “vendemmia” delle mele con una produzione in lieve calo (-1%) rispetto allo scorso anno per un totale che supera 2 miliardi di chili nel 2020. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti su dati Prognosfruit in occasione dello stacco delle varietà più precoci.

L’Italia si classifica così al secondo posto tra i paesi produttori dell’Unione Europea dove la raccolta totale è stimata in 10,7 milioni di tonnellate con in testa la Polonia che registra un aumento della produzione del 17% per un totale di 3,4 milioni di tonnellate mentre al terzo posto si piazza la Francia con circa 1,4 milioni di tonnellate e uno scivolone del -13%.

Tra l’ampia gamma varietale che può vantare l’Italia, spicca la Mela Rossa Cuneo Igp, riconoscimento ottenuto a livello comunitario nel 2013. 

La produzione di mele piemontese, tipica della zona compresa tra Pinerolo e Cuneo coinvolge più di 4 mila aziende ed una superficie di oltre 6 mila ettari.
“Il Piemonte si distingue per una produzione in crescita, +13%, con oltre 225 milioni di chili con impianti giovani entrati in produzione e con progetti importanti in tema di rinnovo varietale – evidenziano Roberto Moncalvo presidente di Coldiretti Piemonte Bruno Rivarossa Delegato Confederale -. Dopo le vendite record durante il lockdown, la nuova campagna parte con le celle quasi vuote, in Italia come nel resto dei Paesi europei: ci sono, dunque, le premesse per una buona stagione commerciale anche se sulla raccolta delle mele gravano anche le conseguenze della pandemia con il necessario vincolo della quarantena che ha frenato i tradizionali arrivi di lavoratori stagionali stranieri impegnati nella raccolta. Le mele piemontesi sono da sempre molto apprezzate all’estero, ma a causa del Coronavirus l’export oltremare ha segnato una battuta d’arresto, con spedizione marittime sempre più difficoltose e Paesi importatori in difficoltà con trasporti, approvvigionamento o in preda a pesanti crisi economiche in cui i beni importati finiscono per avere un costo troppo elevato per i consumatori abituali. Non dimentichiamo che sulle mele – ricordano Moncalvo e Rivarossa – continua a pesare l’embargo russo dal 2014 ad oggi. Ai consumatori ribadiamo, quindi, l’importanza di verificare l’etichetta – concludono - nel momento in cui acquistano la frutta  e di recarsi direttamente dai produttori nei punti vendita aziendali o nei mercati di Campagna Amica per incentivare concretamente l’acquisto delle produzioni del nostro territorio”.

Comunicato stampa

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