"Ma ‘o sai chi è Accattone? Accattone manco 'o fiume s'o porta via". Così recitava, con disperata sfrontatezza, il magnaccia perdigiorno Vittorio Cataldi (interpretato da Franco Citti) nel film d'esordio di Pier Paolo Pasolini, anno 1961. Uno dei tanti antieroi segnati fin dalla nascita da un destino tragico e immutabile, ragazzi figli di quella "vita violenta" che aveva letteralmente stregato lo scrittore bolognese dopo l'approdo, una decina d'anni prima, nella capitale.
Perché di Roma, a diventare protagoniste della sua ricerca sul sentimento nazional-popolare nella cultura del dopoguerra, sono le borgate, le periferie dismesse e sofferenti, dove tuttavia è brulicante un "vitalismo" tanto più vicino a una purezza primigenia perduta quanto più emanazione diretta del sottoproletariato opposto alla borghesia moralista.
Ora le atmosfere di Pietralata, Torpignattara, la Marranella, il Pigneto, prima Borgata Gordiani, rivivono anche in musica nel nuovo progetto di Roberto Gatto Perfect Trio e Valerio Mastandrea, presentato questa sera, nell'unica data italiana, al Torino Jazz Festival.
Quella dimensione poetica inattesa, scoperta tra gli "ultimi", e spesso ignorata da altri intellettuali, trova una rinnovata forza espressiva nell'interpretazione dell'attore romano - già venuto a contatto con la figura di Pasolini nell'omonimo film di Abel Ferrara, nel 2014 - avvolto dal jazz di un gruppo in bilico tra tradizione e nuove sonorità.
L'appuntamento è alle ore 21 nel cortile di Combo (corso Regina Margherita 181). I biglietti, come per tutti gli altri spettacoli in cartellone, sono esauriti.