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Economia e lavoro | 16 settembre 2020, 08:00

L'idea corretta di Conte: cashback di stato sui pagamenti digitali

Per uscire dal linguaggio iper-tecnico questa procedura consisterebbe nell'incentivare gli scambi di denaro tramite mezzi elettronici grazie all'assicurazione di un sistema di cashback che consiste nel restituire in contanti una parte della cifra spesa per l'acquisto.

L'idea corretta di Conte: cashback di stato sui pagamenti digitali

Purtroppo una delle scelte intelligenti del premier Conte è stata di nuovo rimandata, questa volta si attende un decreto Mef che dovrebbe attuare questa rivoluzionaria riforma sui pagamenti: tra le volontà di colui che ha guidato il paese nell'era Covid c'è ad oggi anche quella di rendere obbligatorio il cashback di stato su tutti i pagamenti di tipo digitale, ma non online.

Per uscire dal linguaggio iper-tecnico questa procedura consisterebbe nell'incentivare gli scambi di denaro tramite mezzi elettronici grazie all'assicurazione di un sistema di cashback che consiste nel restituire in contanti una parte della cifra spesa per l'acquisto.

Per fare un esempio più concreto, online esiste la possibilità di risparmiare con i codici sconto che altro non sono che i cugini del cashback. Inserendo un semplice codice segreto nel carrello sarà possibile ottenere uno sconto immediato sui nostri acquisti online. Il cashback funziona alla stessa maniera ma con un ritorno di denaro immediato al posto dello sconto diretto.

Come si potrà dedurre con facilità dal fatto che accanto a cashback ci sia il termine "di stato", è ovviamente proprio lo stato a fornire quella cifra all'acquirente, e tutto ciò nell'ottica di spingere ulteriormente i consumi in un periodo così complesso come quello post-lockdown.

Le perdite a causa dei mancati introiti sono infatti immense, oltre 7 miliardi di euro almeno ad esempio per gli esercenti dei centri storici delle principali città italiane.

Le posizioni prese dal Primo Ministro Conte fanno comunque ben sperare dato che secondo fonti ufficiali sarebbero già stati stanziati, e sarebbero insomma pronti, ben 3 miliardi di euro per stimolare tutti i pagamenti di tipo elettronico tanto negli esercizi fisici, quanto anche e soprattutto online.

Le scelte di Conte sono comunque dovute anche alla forte volontà di andare contro l'evasione fiscale: piaga del paese e soprattutto in questo momento, che si lascia fortemente alimentare, o che è comunque in gran parte possibile, proprio grazie al fatto che molti pagamenti non sono effettuati per via digitale, ma piuttosto grazie a contante non tracciabile.

Sembra inoltre che questo input positivo per l'economia e gli scambi dovrebbe essere accompagnato nel decreto agosto anche da alcune semplificazioni relative all'Iva: un sollievo per i commercianti che si troverebbero quindi presto ad avere a che fare con sistemi di pagamento delle tasse più dinamici, semplici e facili da utilizzare.

Si può di certo capire al volo che questa occasione è sicuramente cruciale per la ripresa dei consumi e per il progresso di molti tipi di attività di tipo economico, ed accertarsi del fatto che le cifre promesse arrivino in modo immediato sul conto corrente di chi acquista è forse il punto nodale di tutto il sistema: certo bisognerà vedere se Conte riuscirà a convincere tutti con le proprie proposte, da verificare quindi anche in termini di modalità e praticità effettive.

Anche i tempi sono un fattore da non sottovalutare: riprendere ora e non procrastinare è infatti imprescindibile per non cadere in uno stato irrecuperabile di regressione e crisi economica, se infatti la ripresa non inizia al più presto, sostenuta dai contributi dell'Europa che arriveranno si spera il prima possibile grazie al Recovery Fund, nel prossimo futuro sarà sempre più complesso rialzarsi in modo veloce ed ottimale.

Pare comunque, se si guardano i numeri dei paesi vicini, che l'Italia stia collezionando risultati piuttosto miseri, l';indice corrispondente al 3,68 ci posiziona infatti davanti soltanto a stati come la Grecia e la Romania, ben distaccati come siamo da paesi come la Svezia e la Danimarca il cui indice si aggira attorno a quota 7.

La scelta di conte è quindi interessante e corretta soprattutto per la natura del momento che stiamo vivendo non solo a livello nazionale, ma anche storico e globale, un passo avanti tanto per il rigonfiamento necessario delle tasche di chi acquista, quanto anche nell'ambito della giustizia fiscale.

La politica deve, oggi come non mai, essere in grado di dare segnali come questo, ma deve anche dare segni di stabilità e non di confusione sulle scelte che porta avanti.

I dubbi maggiori, infatti riguardo al cashback di stato riguardano più che altro quali saranno i settori sui quali potrà effettivamente essere applicato per lo stimolo degli acquisti e dei pagamenti per via elettronica.

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