Appena arrivata la sentenza sul caso Ream, che ha coinvolto la sindaca di Torino Chiara Appendino, sono iniziate a piovere le dichiarazioni e i commenti dai vari esponenti politici.
Stefano Lo Russo, Capogruppo del PD in Consiglio comunale, ha dichiarato: "La sentenza di condanna della Sindaca Appendino, dell’Assessore Rolando e dell’ex Capo di Gabinetto Giordana per la vicenda Ream ci rattrista per la Città e per l’immagine di Torino. Il nostro giudizio negativo sulla qualità e le capacità di questa amministrazione non cambia, è politico, e tale resta. Rimaniamo convinti che Torino abbia davvero bisogno di una svolta, di un programma di ampio respiro che metta al centro il lavoro e lo sviluppo e di persone realmente qualificate a guidarlo. Occorre quanto prima lasciarsi alle spalle questi anni e avviare una nuova fase per la Città".
Il collega di partito, Enzo Lavolta, vicepresidente del Consiglio comunale, a sua volta ha detto: "La magistratura ha i suoi tempi che vanno rispettati e sono diversi da quelli della politica. Per questo il nostro giudizio su questa amministrazione non cambia. Alla Sindaca auguriamo di dimostrare la sua innocenza nei prossimi gradi di giudizio, ma la città ora merita un cambiamento profondo e radicale che la faccia ripartire in fretta".
“Attendiamo che il M5s chieda, coerentemente al suo statuto, le dimissioni del sindaco di Torino Appendino per la condanna a sei mesi per falso ideologico legata al processo Ream. Il giochetto di autosospendersi dal partito del primo cittadino, per evitare così di dover sottostare alle regole etico morali grilline propagandate per anni per raccattare consensi, rappresenta la fine indegna del mandato di un sindaco che doveva polverizzare il sistema Torino e che invece ha solo raccolto avvisi di garanzia", fanno sapere in una nota i deputati torinesi di Forza Italia, nonchè coordinatore e vicecoordinatore degli Azzurri, Paolo Zangrillo e Roberto Rosso e il commissario cittadino Marco Fontana.
"Noi restiamo fedeli alla nostra idea che una persona sia innocente fino all’ultimo grado di giudizio, constatiamo peró che il giacobinismo del M5s si ferma quando a finire nel tritacarne è un loro esponente. Coerentemente alla logica grillina siamo quindi a chiedere che il sindaco Appendino non solo si dimetta ma che dichiari anche l’indisponibilità a ricandidarsi visto che risulta condannata in primo grado”.
“Pur non entrando nel merito della vicenda processuale Ream, non possiamo fare a meno di notare una contraddizione di termini: finché erano all'opposizione, Appendino e i 5 stelle hanno tuonato e richiesto le dimissioni di chiunque avesse ricevuto un avviso di garanzia, adesso che i condannati sono loro tacciono”, tuona Enrico Forzese di Fratelli d’Italia. "I 5 stelle hanno dimostrato, nel corso del tempo, di avere due parole: una per quando sono all'opposizione, l'altra per quando governano. L'alternativa è Chiara: dimissioni”, conclude Forzese.
"Siamo garantisti e vale anche per Appendino. Lascia di stucco però come lei che ha speculato sulla parola onestà, costruendoci la propria carriera politica, non applichi questa regola a se stessa". A dichiararlo è la parlamentare di Fratelli d'Italia Augusta Montaruli, che prosegue: "Ad altri avrebbe chiesto dimissioni, a se stessa chiede solo una autosospensione dal Movimento Cinque Stelle che semmai doveva avvenire ad inizio indagine. Appendino si deve dimettere per incapacità, perché al di là del giudizio espresso in sentenza, è oggettivo che la sua gestione della città che emerge pure nel caso Ream è frutto di manifesta incompetenza".
"Non è nello stile dei Moderati commentare le sentenze: non l'abbiamo mai fatto e non lo facciamo oggi a proposito della condanna appena emessa nell'ambito del processo Ream. Le sentenze si commentano da sole. Il nostro giudizio di condanna, nettissimo, è invece sull'operato politico in questi primi quattro anni abbondanti di Amministrazione Appendino, che bocciamo senza appello: quattro anni che ci consegnano una città impoverita, insicura, che ha perso occasioni di sviluppo, sempre più asfittica dal punto di vista economico e culturale, che non ospiterà le Olimpiadi Invernali e che dice addio al Salone dell'Auto" è il commento dei Moderati, con l'onorevole Giacomo Portas, Silvio Magliano e Carlotta Salerno.
Davide Ricca, coordinatore di Italia Viva Torino, afferma: "La cultura di Italia Viva è radicalmente diversa da quella dei Cinque Stelle. Non si deve dimettere. Temo che se le parti fossero invertite i pentastellati starebbero urlando onestà onestà con gli occhi assetati di giustizialismo. Governare è complicato, chissà se adesso lo avranno capito".