Il Gruppo Priorità alla Scuola Piemonte, costituito da genitori docenti e studenti che in questi mesi si è mobilitato più volte per la ripresa della scuola, ha inviato al presidente Cirio e alla giunta regionale del Piemonte una lunga lettera, il cui contenuto è riportato di seguito.
Scriviamo in qualità di cittadini, genitori e docenti perché siamo molto preoccupati per le conseguenze che derivano dall’applicazione del protocollo sanitario previsto per l’età pediatrica vigente nella nostra regione. In particolare ci preme sottolineare che:
• mentre per gli adulti è chiaramente stabilito quali siano i sintomi prioritari e quelli definiti secondari, per l’età pediatrica si rimanda al Rapporto ISS COVID-19 n. 58/2020 - Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia“ nel quale la sintomatologia è così descritta: “per gli alunni e il personale scolastico, di rimanere presso il proprio domicilio, contattando il proprio pediatra di libera scelta o medico di famiglia, in caso di sintomatologia e/o temperatura corporea superiore a 37,5°C. Si riportano di seguito i sintomi più comuni di COVID-19 nei bambini: febbre, tosse, cefalea, sintomi gastrointestinali (nausea/vomito, diarrea), faringodinia, dispnea, mialgie, rinorrea/congestione nasale; sintomi più comuni nella popolazione generale: febbre, brividi, tosse, difficoltà respiratorie, perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia), perdita del gusto (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia), rinorrea/congestione nasale, faringodinia, diarrea” La formulazione “e/o” induce a considerare anche i sintomi lievi (che per gli adulti sono considerati “secondari” , come un raffreddore o un mal di gola) preclusivi della frequentazione scolastica e predittivi di un tampone.
• In caso di sintomi che possano essere ricondotti al Covid-19 i pediatri non sempre possono visitare i bambini/ragazzi. Questo impedisce la diagnosi di altre patologie con sintomi simili a quelli Covid compatibili, rischiando di privare così i pazienti della corretta attenzione e producendo inevitabilmente migliaia di richieste di tampone.
• Se ad ogni sintomo secondario il pediatra richiederà il tampone, come sta già avvenendo, gli hotspot pediatrici predisposti non potranno far fronte all’enorme quantità di tamponi che dovranno essere processati nell’imminente stagione, se pensiamo che ad oggi, in una fase non acuta, si stanno già rilevando considerevoli numeri di richieste
• Se i risultati non saranno disponibili tempestivamente, con l’attuale protocollo, che prevede il solo triage telefonico da parte dei pediatri per sintomi Covid compatibili, rischiamo lunghe e frequenti assenze da scuola per i nostri figli, che dovrebbero invece vedere garantito il diritto a una quotidianità serena e poter recuperare i mesi di lezione persi, e molti disagi lavorativi per noi genitori. Andremo quindi incontro a una ricaduta non solo sul piano educativo ma anche su quello socioeconomico
Chiediamo quindi:
1. maggiore chiarezza nei protocolli relativi alla sintomatologia pediatrica e una linea condivisa per a) richiedere il tampone quando davvero esista un sospetto e non al minimo segno di raffreddore; b) liberare il pediatra dall'onere di una certificazione di riammissione a scuola che inevitabilmente attiverà comportamenti difensivi con richieste inutili di tampone.
2. che i pediatri vengano messi nelle condizioni di sicurezza per poter visitare i pazienti
3. che ci sia uniformità nelle procedure e nei tempi di attesa in tutta la Regione
4. che vengano istituite unità mobili dotate di test rapidi dedicate prioritariamente alle scuole.
Altre regioni, come l’Emilia Romagna hanno pubblicato delle Linee Guida dedicate alla scuola creando una pagina molto chiara ed accessibile (https://www.regione.emilia-romagna.it/torniamoascuola/domande-frequenti/cosa-bisogna-fare-in-caso-di-febbre-o-sintomi-compatibili-con-covid-19) dalla quale ci auspichiamo che anche la Regione Piemonte possa al più presto prendere esempio.
Crediamo che dopo questi lunghi mesi di difficoltà, la politica si debba impegnare per garantire che le misure messe in atto vadano incontro alle necessità delle famiglie e in particolare dei “piccoli cittadini” di questa regione.