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Attualità | 02 ottobre 2020, 14:20

A Valdocco la casa di Don Bosco ora è museo: "Accoglie ancora oggi i ragazzi di tutto il mondo" (FOTO)

Un allestimento di 27 spazi espositivi in 4 mila metri quadri. Ospite d'onore, Sgarbi: "Una santo vicino a noi, che resta umano"

A Valdocco la casa di Don Bosco ora è museo: "Accoglie ancora oggi i ragazzi di tutto il mondo" (FOTO)

Ha preso il via oggi la tre-giorni di inaugurazione del nuovo Museo Casa Don Bosco a Valdocco, in via Maria Ausiliatrice 32.

Il progetto è stato presentato questa mattina alla stampa, mentre domani si terrà la cerimonia ufficiale di apertura alla presenza della sindaca Chiara Appendino, del presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio e di Anna Laura Orrico, sottosegretario al Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo.

Un allestimento che ripercorre la nascita dell'opera salesiana offrendo al pubblico la memoria più intima del santo sociale, "padre e maestro dei giovani", giunto a Torino nel 1846 da Castelnuovo d'Asti per studiare nella scuola di San Giuseppe Cafasso. Lì, nel quartiere Valdocco, Don Bosco scoprì la sofferenza dei ragazzi immigrati, lo sfruttamento lavorativo, le carceri affollate, il bisogno impellente di istruzione. Luoghi che abitò per circa quarant'anni, consolidando e portando avanti una missione pedagogica che ancora oggi tempra l'attitudine della Congregazione.

"Abbiamo sempre custodito gelosamente gli ambienti delle origini del nostro fondatore - ha dichiarato il Rettor Maggiore dei Salesiani Don Ángel Fernández Artime -. Qui a Valdocco Don Bosco ha vissuto, ha corso in questi cortili, accogliendo poi, assieme alla mamma Margherita, i primi ragazzi di strada. La Congregazione è nata in queste stanze, spazi poveri e semplici che sono frammenti iniziali di un'avventura educativa che oggi raggiunge 133 nazioni".

"Don Bosco apre il cuore dei giovani e delle famiglie in tutte le culture del mondo - ha concluso - E abbiamo voluto fare una scelta coraggiosa: riportare qui i documenti più preziosi che possediamo come Congregazione".

L'attuale Museo Casa Don Bosco (che ha visto collaborare l'architetto Sergio Sabbadini, Massimo Chiappetta per il progetto museografico e Don Cristian Besso come museologo) si presenta molto diverso rispetto alla precedente esposizione, risalente al 2000. Una superficie complessiva di circa 4 mila metri quadri, con ben 27 spazi espositivi, che coinvolgono l'intero Palazzo Pinardi, oltre alla storica ala delle Camerette, meta di pellegrinaggio fin dal 1914.

Completamente rinnovato il primo piano, che ospita le sale dedicate alle opere pittoriche della Basilica e le vesti originali di Don Bosco, con l'intero paramentale in fili d'oro, preparato per la beatificazione, esposto qui per la prima volta. Troneggiano poi due grandi tele, non più visibili da circa sessant'anni: una del Reffo, raffigurante San Francesco di Sales, e una del Rollini, che riproduce l'Immacolata.

L'intervento progettuale ha mirato, attraverso un lavoro di restauro conservativo, a raccontare la storia degli edifici. Gli intonaci a calce valorizzano la pulizia e la sobrietà delle facciate, così come i serramenti in legno dipinto e l'omogeneità della copertura, che riprende il cromatismo della pietra di luserna di basamenti, balconi e pavimentazioni. Particolarmente fedele alle origini è il piano interrato, pervaso da una luce naturale, simbolo del divino, che si connette direttamente con la stanza del trapasso di Don Bosco.

Ospite d'onore della giornata, Vittorio Sgarbi, molto vicino fin da ragazzo all'ambiente salesiano. "Ci sono vari tipi di santi. In tanti la dimensione umana viene sublimata dalla canonizzazione, mentre Don Bosco resta tale, umano, viene difficile chiamarlo San Giovanni Bosco. Come se i santi più vicini a noi fossero rimasti nella dimensione della loro vita terrena. Nessuno, in vita, gli si è accostato aspettandosi un miracolo, ma solo per ricevere una il lato umano di Dio. Quando parliamo di lui, è sempre un po' come fosso nella stanza accanto".

"Gli interventi fatti nel museo - ha poi commentato - denotano una mano leggera nel conservare lo spirito ottocentesco, creando però spazi ariosi, che consentono di godere della bellezza delle opere". 

Da gennaio il Museo Casa Don Bosco sarà inserito nell'Abbonamento Torino Musei. "Vorrei fosse per tutti, laici e fedeli - ha detto Stefania De Vita, direttrice del museo -. Daremo vita a progetti pastorali e con le scuole, sarà un elemento forte di promozione culturale, civile e religiosa".

Manuela Marascio

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