"Voglio che mi si spieghi la logica di queste scelte". Alberto Cirio ha atteso che passasse la nottata, prima di esprimere il suo pensiero su quanto deciso e comunicato ieri sera dal Governo Conte sulla divisione "in colori" dell'Italia, con il Piemonte che (insieme a Lombardia, Calabria e Valle d'Aosta) si è scoperta zona Rossa, al top delle restrizioni.
Una notte trascorsa in bianco, a quanto racconta il governatore, che come altri suoi colleghi contesta i criteri utilizzati dall'esecutivo. "Vi confesso che questa notte non ho dormito. Ho passato le ore a rileggere i dati, regione per regione, a cercare di capire come e perché il Governo abbia deciso di usare misure così diverse per situazioni in fondo molto simili. Perché si sia voluto assumere scelte così importanti sulla base di dati vecchi di almeno 10 giorni".
Secondo Cirio, infatti, proprio grazie ai provvedimenti assunti nelle scorse settimane, la situazione in Piemonte sarebbe migliore da quella rappresentata a Roma. E il presidente della regione non si spiega perché "Il netto miglioramento dell’Rt del Piemonte (sceso nell’ultima settimana grazie alle scelte di prudenza che la Regione aveva già saputo adottare) non sia stato preso in nessuna considerazione. Perché per regioni con situazioni gravi si sia usato un metro diverso".
"Il rispetto delle istituzioni fa parte della mia cultura. Ed io rispetto lo Stato - conclude Cirio -. Ma anche il Piemonte merita rispetto. Lo meritano i piemontesi e le tante aziende che forse non riapriranno. Ed io per loro pretendo dal Governo chiarezza".
Ma il post del governatore, pubblicato su Facebook, non ha impiegato molto tempo a scatenare commenti e critiche da parte di chi ritiene la Regione responsabile, per la propria quota parte, della situazione. E anche dal mondo della politica sono arrivate - via social - non poche stilettate. Come quella del presidente del Consiglio comunale di Torino, Francesco Sicari, che ha scritto: "Abbiamo qualche settimana per dare alla nostra regione la giusta dignità che le spetta, le chiedo quindi qualche ulteriore notte insonne per risolvere la situazione, così che le aziende e i piemontesi possano riprendersi la libertà". "Pare che in regione Veneto e non solo, siano andati un po' meglio nel fare i compiti. Vogliamo parlare della situazione dei tamponi o dei letti in terapia intensiva?".
Sulla stessa linea anche il Partito Democratico, che con il segretario metropolitano Mimmo Carretta sottolinea: "Per mesi, Cirio e la sua giunta hanno dormito sonni tranquilli. Hanno dormito quando invece dovevano pianificare e organizzare il sistema sanitario in vista della seconda ondata e adesso scaricano sul Governo ogni responsabilità".
"Il presidente della Regione, Alberto Cirio, questa notte non ha dormito perché il Piemonte è stato inserito tra le “zone rosse”, insieme a Lombardia, Valle d’Aosta e Calabria. Io, nei suoi panni, non sarei riuscita a dormire da diversi mesi visti i disastri della sanità piemontese: dai mancati tracciamenti con i tamponi, agli ospedali Covid annunciati e non ancora disponibili, alla sanità territoriale con le Usca ancora inefficaci e le cure domiciliari che sono eccezioni": così la deputata canavesana del Pd, Francesca Bonomo.
"Sistema di tracciamento inesistente, ospedali al collasso, assistenza territoriale ferma al palo. Queste sono le reali condizioni del Piemonte. Le scelte del Ministero della Salute non fanno altro che scattare una fotografia del pessimo lavoro svolto in questi mesi da Cirio, Icardi e dalla Giunta piemontese", attaccano i consiglieri regionali del M5S Sean Sacco e Francesca Frediani. "Cittadini ed aziende pagheranno a caro prezzo il dilettantismo di un esecutivo regionale che ha passato l'estate a fare polemiche senza concludere nulla sulla sanità (principale competenza regionale). Cirio adesso prova a nascondere il suo disastro buttandola in politica, ma i numeri lo smentiscono".
“Trovo inaccettabile, ridicolo e opportunista l’atteggiamento del presidente della Regione Alberto Cirio che dopo aver partecipato a un confronto con il Governo e condiviso con esso ogni valutazione e decisione, questa mattina si è svegliato e ha dichiarato che la zona rossa per il Piemonte non va bene”. Così Davide Serritella, deputato M5S. “Dovrebbe invece pensare a rinforzare la sanità, visto che stiamo vedendo code di ambulanze in attesa fuori da ospedali in sofferenza. Non è il momento di fare politica, e mi pare evidente che quella di Cirio sia solo una mossa meschina per indirizzare proteste o malcontenti a Roma per le nuove misure. Ma abbiamo due settimane di tempo per riabbassare l’indice di contagio”, chiude Serritella.
Sempre in area Dem, il segretario regionale del Partito Democratico Paolo Furia e il presidente del Gruppo Pd in Consiglio regionale Raffaele Gallo rincarano la dose: “Il Governo ha dovuto assumere decisioni difficili e nette per tutelare la salute, il sistema sanitario e, in prospettiva, anche l’economia. La stretta è stata necessaria in Italia e la nostra situazione è condivisa in tutti i Paesi europei che lottano contro una seconda ondata della pandemia che è stata più violenta e veloce di quanto fosse stato previsto”.
“Il Presidente Cirio, che adesso si abbandona a sfoghi di rabbia sui social, e la sua Giunta – proseguono gli esponenti dem – hanno ammesso, più volte, sia in sedi ufficiali che attraverso dichiarazioni a mezzo stampa, che il Piemonte sta vivendo una situazione molto grave che coinvolge ospedali e medicina territoriale tanto che la Regione Piemonte ha anticipato alcune strette, prevedendo già nelle settimane scorse, la didattica a distanza per le scuole superiori e la chiusura dei centri commerciali nel fine settimana. Quindi, oggi, il Presidente Cirio non può permettersi di cavalcare la rabbia della gente che protesta per le chiusure delle attività e per le restrizioni dal momento che è stato il primo a ritenerle necessarie”.
"Sono giorni che diciamo che il nemico è il virus e non le norme per combatterlo. Leggere oggi la posizione del Presidente del Piemonte Cirio, lascia abbastanza perplessi, oltretutto dopo che proprio le regioni hanno richiesto misure nazionali e non lasciate alle singole amministrazioni regionali. Ora le istituzioni devono lavorare insieme. La prima urgenza è la sanità e in particolare l'organizzazione territoriale. In Piemonte siamo ancora indietro su numero e tempi dei tamponi, sistema di tracciamento, allestimento di nuovi posti di terapia intensiva, tema su cui non si vede una programmazione e si insegue l'emergenza": lo scrive su Facebook la vicepresidente del Senato e senatrice Pd, Anna Rossomando.
E Marco Grimaldi, capogruppo in Regione per Liberi, Uguali e Verdi, aggiunge: "Cirio ha passato la notte insonne perché non si spiega le ragioni del lockdown? Semmai sono altri che stanno passando notti da incubo. La situazione torinese sta degenerando, la coda delle ambulanze alle tre di notte in attesa di entrare al pronto soccorso è più potente di un pugno allo stomaco e la necessità di mandare i malati dalla città agli ospedali periferici di Borgosesia e Tortona è inaccettabile. Sta purtroppo accadendo il contrario di quello che dovrebbe essere: Torino dovrebbe garantire cure ai malati della città e farsi carico dei pazienti che arrivano dalle altre province più in sofferenza, decongestionando i loro ospedali più piccoli. Quello che vediamo è il fallimento della sanità torinese". "Che Cirio e la sua giunta perdano tempo a fare polemiche sui colori delle altre regioni è davvero incredibile - prosegue - ho il timore che abbiano perso completamente il contatto con la realtà delle cose e dell'emergenza".A difesa di Cirio si schiera Claudia Porchietto, deputato di Forza Italia e responsabile Nazionale del Dipartimento Attività Produttive: “Condivido l’amaro sfogo del nostro presidente Alberto Cirio. La mappa che divide per zone di emergenza l’Italia è palesemente figlia di un papocchio. Il Governo nazionale deve assolutamente chiarire su quali basi e su quali dati ha fondato le sue scelte che penalizzano il Piemonte e Torino rispetto ad altri territori del Paese. Non è tollerabile trattare un tema delicato quale quello della delimitazione delle zone rosse senza la dovuta concertazione con le Regioni con superficialità o addirittura con un occhio al colore politico di chi le amministra".
“Comprendiamo e condividiamo lo sfogo di questa mattina del nostro presidente Alberto Cirio. Sinceramente quando è uscita la divisione per aree di emergenza dell’Italia siamo rimasti allibiti perchè è evidente come non vi sia omogeneità di valutazione. Le chiacchiere stanno a zero per i giallorossi: oggi ogni decisione impatta in modo devastante sul tessuto socioeconomico torinese e piemontese. Si metta da parte la politica e gli interessi elettorali e si inizi a governare in modo responsabile come viene richiesto da questo momento storico”. Ad affermarlo in una nota i deputati di Forza Italia Paolo Zangrillo e Roberto Rosso, rispettivamente coordinatore e vicecoordinatore regionale di Forza Italia.
"Il Piemonte zona Rossa! Una scelta del Governo inaccettabile, comunicata alle 20 decidendo il destino di migliaia di persone ed aziende, basata su dati vecchi di almeno 10 giorni fa (risalgono al 24 ottobre)", ha attaccato anche il vice presidente della Regione Fabio Carosso. "L’Rt del Piemonte è in netto miglioramento nell’ultima settimana, sceso da 2.16 a 1.91, questo grazie alle misure di rigore introdotte negli ultimi dieci giorni dalla Regione. Analizzando i dati di ogni singola regione si può capire chiaramente che il Governo ha deciso di usare misure diverse per situazioni molto simili alla nostra".
"Scelte illogiche fatte da questo Governo. I nostri piemontesi in questi giorni hanno già fatto sacrifici e meritano più rispetto! Cosa che il Governo non ha fatto! Il Piemonte pretende chiarezza!", ha concluso Carosso.
“Non tutti i cittadini sono uguali di fronte a quel monarca assoluto che è ormai il presidente del consiglio Giuseppe Conte - commenta il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni - Altrimenti non si comprenderebbe l’ennesima ingiustizia di questo vergognoso teatrino che è il suo ultimo Dpcm: Piemonte in lockdown, Campania senza restrizioni che non siano quelle applicate a livello nazionale. Una decisione presa senza nessuna spiegazione e senza un’apparente giustificazione scientifica, visto che i dati epidemiologici delle due regioni sono simili e anzi la Campania di De Luca ha un numero di contagi superiore al nostro".
“Il quadro è sotto gli occhi di tutti - aggiunge il vicecapogruppo Riccardo Lanzo, presidente della commissione Autonomia - le Regioni del Nord sono state nuovamente penalizzate da un governo che ne continua a calpestare le prerogative e a limitarne la libertà”.