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Attualità | 22 dicembre 2020, 10:13

Universitari pro dad: “Favorisce il diritto allo studio: manteniamola in supporto alla presenza”

Il gruppo UniDad, nato da quattro studenti torinesi, invierà una richiesta formale a tutti gli atenei e al governo per la prosecuzione delle lezioni digitali a beneficio delle categorie svantaggiate

universitari di torino a favore della dad palazzo nuovo

Palazzo Nuovo a Torino, sede della facoltà umanistiche

Il sapere virtuale visto come opportunità formativa che pone tutti gli studenti sullo stesso piano. È questa l’idea, di certo rivoluzionaria e inattesa, di un gruppo di universitari torinesi, che hanno dato vita al gruppo UniDad con proposte concrete e costruttive per la prosecuzione della didattica a distanza anche dopo la fine della pandemia.

In un panorama accademico dominato, nelle ultime settimane, da proteste di piazza contro le restrizioni dei servizi in presenza e a favore dell’abolizione delle tasse, c’è chi invece le lezioni in modalità digitale le apprezza e le difende, con l’intento di mantenerle nel tempo quale strumento accessibile per tutti gli iscritti. 

Una 'crociata umanistica’ lanciata da quattro studenti di Unito - Irene Lugano, Francesco Blasi e Maria Rita Leotta del Dams, più Laura Lovacora di Scienze della mediazione linguistica -, che sta prendendo sempre più piede non solo a Torino e in Piemonte, ma anche sull’intero territorio nazionale, grazie a un’attività social costante e quotidiana in cerca di feedback, pareri e suggerimenti.

Il direttivo ha elaborato, in questi giorni, una lettera da inviare a tutti i rettori degli atenei italiani, al premier Giuseppe Conte e ai ministeri dell’Istruzione, delle Pari Opportunità, dell’Università e della Ricerca, con la stessa richiesta: mantenere la dad, a emergenza sanitaria terminata, sempre e comunque come alternativa per tutti gli studenti che, per un motivo o per un altro, non possono essere in aula per seguire le lezioni e sostenere gli esami, ma che, in quanto paganti tasse, hanno diritto, come tutti, al servizio offerto. 

“Durante il lockdown e ancora negli ultimi mesi - spiega Francesco Blasi - è venuto alla luce un fattore molto chiaro: seppur con grandissimi margini di miglioramento, la dad non solo è una realtà possibile, ma anche un’opzione che favorisce largamente il diritto allo studio. Siamo consapevoli che non possa essere equiparata alla qualità dei corsi e degli esami in presenza, e infatti non vogliamo in alcun modo sostituirla o sovrapporla. Chiediamo solo di conservarla in affiancamento alla didattica in aula, perché potrebbe di fatto rappresentare un aiuto prezioso a tantissime categorie. Pensiamo ad esempio allo studente-lavoratore o lo studente-genitore, o il fuori sede che non può permettersi un appartamento in città o che, per motivi personali, non può allontanarsi da casa, nonché i diversamente abili o i soggetti affetti da patologie croniche, e tutti coloro che non riescono a gestire la vita da pendolare”.

E i docenti cosa ne pensano? “Alcuni non sono d’accordo, preferiscono il vecchio metodo - racconta ancora Francesco -. Ma abbiamo visto che tanti, specie in alcuni dipartimenti dov’è necessaria l’interazione e la condivisione di materiali multimediali durante le spiegazioni, si sono ingegnati con tecniche innovative, sperimentando modi diversi di portare avanti il programma. Certi hanno anche riscontrato dei vantaggi, nella dad, e stiamo cercando di coinvolgerli nel nostro progetto. Siamo anche in contatto con alcuni professori che la praticano da diversi anni pre pandemia, e ovviamente stiamo ricercando diversi referenti nei vari atenei per aprire un dialogo e unire le forze per migliorare le criticità. Perché riteniamo che la docenza sia il fulcro, perno dell'erogazione della didattica”.

E conclude: “Non vogliamo soppiantare il rapporto umano costruito in aula, ma equiparare tutti gli iscritti allo stesso livello di apprendimento e opportunità. Partiamo da qui, poi ognuno si organizza in base al proprio stile di vita e tutto ciò che vive collateralmente all’università. Ma, almeno, un’alternativa iniziamo a darla, anche per chi volesse dare un esame online anziché recarsi in sede pur non appartenendo alle categorie indicate come fragili dal ministero”.

Sul gruppo Facebook UniDad è possibile compilare un form di riferimento ed entrare in contatto con il team: uno unico per gli studenti di Unito e Polito, un altro per il resto degli atenei italiani e un terzo per raccontare la propria esperienza con la dad negli ultimi mesi. 

Intanto, il direttivo ha recentemente inoltrato la domanda per l'iscrizione all'Albo delle Organizzazioni studentesche di Torino.

Manuela Marascio

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