Con l’inizio del 2021, prende avvio la nuova programmazione di CAMERA - Centro Italiano per la Fotografia, in attesa di poter riaprire presto le porte del centro espositivo di via delle Rosine 18 e di tornare ad accogliere il pubblico, che, nel 2020, malgrado le difficoltà, ha superato le 30.000 presenze fisiche.
La mostra antologica di Paolo Ventura, Carousel (a cura di Walter Guadagnini con la collaborazione di Monica Poggi), è stata prorogata fino al 14 febbraio così da offrire ai visitatori qualche settimana in più per potersi immergere nei mondi immaginari dell'artista milanese. Esposte una serie di opere inedite, realizzate in queste ultime settimane, giunte a Torino direttamente dallo studio dell’artista.
Dopo aver lavorato per lungo tempo come fotografo di moda, all’inizio degli anni Duemila Ventura si trasferisce a New York per dedicarsi pienamente alla propria ricerca artistica. Sin dalle sue prime opere unisce una grande capacità manuale a una visione poetica del mondo, costruendo scenografie al cui interno prendono vita brevi storie fiabesche e surreali, immortalate poi dalla macchina fotografica. In quest’occasione le sale di CAMERA presentano alcune delle opere più suggestive degli ultimi quindici anni in una commistione di linguaggi che comprende, insieme alle fotografie, disegni, modellini, scenografie, maschere di cartapesta e costumi teatrali.
Dal 4 marzo sarà invece riproposto il fortunato schema di "CAMERA dopppia", con due personali in parallelo dedicate a due grandi nomi del passato come Horst P. Horst e Lisette Model, indiscutibile genio della fotografia di moda lui, ironica e dissacrante street photographer lei, attraverso un percorso espositivo che ne sottolinea similitudini e differenze.
Entrambi punto di riferimento nello sviluppo di uno specifico genere fotografico e ispiratori di intere generazioni, portano avanti atteggiamenti antitetici nei confronti dei soggetti ritratti. Se per Horst le modelle rappresentano un’eleganza senza tempo, dai richiami classici e dalla bellezza statuaria, i soggetti di Model diventano caricature di sé stessi, emblema di una società goffa e decadente. A partire da un dato biografico comune – la presenza a Parigi negli anni Trenta e la successiva fuga a New York –, il percorso si concentra sulle specifiche carriere dei due artisti attraverso alcune delle opere più iconiche, accostate a immagini e progetti meno conosciuti, rivelando la ricchezza culturale dei decenni presi in esame. Le due mostre sono realizzate grazie alla collaborazione con l’Horst P.Horst Estate, Paci contemporary gallery di Brescia, la mc2gallery di Milano e la Galerie Baudoin Lebon di Parigi.
Dal 23 giugno la programmazione di CAMERA prosegue con il bolzanese Walter Niedermayr, uno fra i più importanti fotografi italiani contemporanei, alla scoperta degli ultimi dieci anni del suo lavoro attraverso i temi più ricorrenti della sua carriera: i paesaggi alpini, le architetture e il rapporto fra spazi aperti e spazi chiusi. Attraverso un sapiente uso della post-produzione, le sue immagini si fanno quasi evanescenti, staccandosi dal loro specifico contesto per diventare riflessioni di carattere universale sul nostro approccio all’ambiente.
In mostra anche una serie di inediti scatti realizzati in occasione dei lavori di recupero e risistemazione di Palazzo Turinetti da parte di Intesa San Paolo, un prezioso assaggio di un luogo destinato a diventare uno dei centri della cultura visiva torinese nel prossimo futuro.
In parallelo, nella Project Room, proseguiranno i progetti di valorizzazione della fotografia del territorio, così come il costante lavoro di promozione di giovani talenti. In contemporanea alla riapertura delle sale di CAMERA, sarà infatti visitabile la mostra di Roberto Gabetti (Torino, 1925-2000), noto per il suo lavoro di ricerca e progettazione architettonica, a vent’anni dalla sua scomparsa. A Gabetti succederà l’esposizione di Nicola Lo Calzo (Torino, 1979) che esporrà i suoi lavori di documentazione su ciò che resta del colonialismo, dello schiavismo, della resistenza a esso e dei processi che hanno portato alla sua abolizione.
Infine, in occasione delle ATP Finals, CAMERA ospiterà, dal 30 settembre, una grande personale del fotografo inglese Martin Parr, a cura di Walter Guadagnini e Monica Poggi, in partnership con Lavazza. Membro di Magnum Photos e attento interprete del presente, nel corso degli ultimi decenni, Parr ha ritratto la società odierna con spietata e divertita ironia, realizzando immagini che sono diventate vere e proprie icone contemporanee. Attraverso i netti contrasti di colore che caratterizzano il suo stile, ha rivelato gli aspetti grotteschi e goffi di un mondo sempre più consumista e globalizzato.
Al centro del percorso allestitivo, compare lo sport, con un importante focus sulle immagini da lui realizzate durante svariati incontri di tennis. Un ampio spettro riflessivo, che partendo da una serie di scatti in bianco e nero realizzate da Parr nei primi anni della sua carriera, fino ad arrivare ad alcune delle sue opere più celebri. Catalizzatore di emozioni collettive, lo sport ricorre spesso nella sua produzione, raccontato attraverso le divise, le coreografie e le tradizioni dei tifosi intenti a partecipare a questo grande rito collettivo.