Le limitazioni agli spostamenti internazionali e i delicati equilibri per contrastare la pandemia da Covid-19 non fermano il Museo Egizio di Torino. Nonostante la prolungata chiusura degli luoghi di cultura almeno fino al 5 marzo, l’istituzione sta proseguendo con enorme successo il percorso di internazionalizzazione della propria collezione con le mostre itineranti in Brasile e in nord Europa.
Si è conclusa, infatti, proprio in queste settimane, la tappa di San Paolo dell’esposizione Egito Antigo. Do cotidiano à eternidade che, da febbraio, e con un periodo di chiusura, ha accolto nella sede locale del Centro Cultural Banco do Brasil 200.878 visitatori; a questi si aggiungono gli oltre 465mila utenti che hanno potuto scoprirla online grazie al virtual tour sviluppato dagli organizzatori.
Anche la mostra in due sedi Egypt’s Glory, esposta a Helsinki e Tallinn, ha raccolto un grande interesse da parte del pubblico: la sede finlandese, il museo Amos Rex, anche se attualmente chiusa in ottemperanza a provvedimenti governativi per il contenimento della pandemia, ha già accolto quasi 22mila visitatori, con una media di oltre mille al giorno, e continua a sviluppare contenuti anche digitali per gli utenti, ultimo dei quali un podcast dedicato alle mummie animali.
Riaprirà, invece, il 18 gennaio, dopo alcune settimane di chiusura al pubblico, il Kumu Art Museum di Tallinn, seconda location dell’esposizione: qui i visitatori che quotidianamente hanno varcato le porte del museo dal 10 ottobre sono stati oltre 1.100.
“L’impegno che il Museo mette per rendere disponibile la propria collezione e farla conoscere è in questo momento più che mai grande: lo facciamo proponendo al pubblico nazionale e internazionale una ricca offerta di contenuti innovativi, e, in questo contesto, le mostre itineranti rappresentano per noi uno strumento importantissimo – dichiara Christian Greco, direttore del Museo Egizio -. Proprio in queste settimane, in particolare, stiamo lavorando in remoto e senza sosta per il disallestimento della mostra a San Paolo e per preparare la nuova mostra a Brasilia, dal 30 gennaio: una vera e propria impresa resa possibile da uno straordinario lavoro di squadra, per il quale devo ringraziare non solo la nostra struttura ma anche i colleghi brasiliani e la Soprintendenza, che ci ha sempre garantito la massima disponibilità e collaborazione”.
“Anche se il portone di via Accademia delle Scienze è temporaneamente chiuso, il Museo non si ferma mai – aggiunge la presidente Evelina Christillin -. Le sfide che stiamo affrontando sono molte e complesse, ma il percorso di internazionalizzazione e diffusione della cultura egizia che stiamo conducendo da anni prosegue. E numeri, in particolare quelli sorprendenti del Brasile, sono per noi un motivo di orgoglio e di speranza, ci spingono a continuare a lavorare per mantenere sempre vivo il rapporto con il pubblico, tanto a livello internazionale quanto con quello di prossimità”.