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Attualità | 26 gennaio 2021, 16:33

C'erano una volta Valentino e Valentina: ora lungo il Po ormeggia solo il degrado [FOTO e VIDEO]

Il trasporto sul fiume era uno dei fiori all'occhiello per i mezzi pubblici cittadini, ma ora versa in condizioni pessime, tra abbandono e sporcizia

cartello e scala verso il Po degradate

Il degrado in cui versa l'imbarco sul Po alle Vallere

Una volta erano Valentino e Valentina, i due battelli che percorrevano all'andata e al ritorno un tratto piuttosto consistente del Po offrendo a cittadini e turisti un servizio pubblico "alternativo" a quelli classici su gomma o rotaia.

Poi venne la piena e le due barche si ritrovarono prima incastrate e danneggiate contro il ponte di piazza Vittorio Veneto e poi disperse, affondate e recuperate a fatica lungo il corso del fiume. Era il 2016.

Quella fu la parola fine (o almeno la messa in pausa) del servizio. Quasi cinque anni dopo nulla è successo. Le carcasse delle due imbarcazioni sono state dismesse, una messa all'asta e l'altra smantellata, mentre il servizio sul fiume è tristemente fermo.

Agli ormeggi, un tempo suggestivi e senza dubbio attraenti, per chi cercava un'esperienza diversa, adesso c'è posto soltanto per il degrado e l'abbandono. Soprattutto in quelli più periferici e distanti dal centro cittadino. Non che gli altri stiano meglio, per la verità. Anzi. Ai Murazzi il molo è abbandonato al proprio destino, tra travi rotte, sterpaglie e sabbia mista a fango.

Per rendersi conto  della situazione basta percorrere qualche chilometro tra Torino e Moncalieri seguendo il corso del Po. La fermata di Italia '61 è una triste testimonianza di quel che era e non è più, con tanto di faro per l'illuminazione a penzoloni. Ma alla fermata delle Vallere è ancora peggio: un dissuasore di plastica e due cartelli impediscono il passaggio delle persone, mentre la scalinata che porta al fiume è piena di rami, fango e rimasugli trascinati dal Po. La passerella che dovrebbe portare alla barca è semi distrutta, così come il resto dell'infrastruttura.

Un'onta, per una zona che dista pochi metri dal centro di Formazione delle Nazioni Unite e dagli ospedali cittadini della zona Sud. A fargli da triste eco, dalla parte opposta del corso che porta verso Torino - o verso le autostrade - c'è la sagoma del Palazzo del Lavoro. Un'altra faccia della stessa medaglia di una Torino dimenticata. Di un potenziale sprecato.

A ridosso di piazza Vittorio, proprio davanti al monte dei Cappuccini, la situazione è pressoché identica. I cartelli che ricordano i tempi che furono sono ancora lì, così come la biglietteria che un tempo era il punto di riferimento per torinesi e turisti che volevano salire su Valentino e Valentina. Il tempo sembra essersi fermato. L'ancora incastonata nella sabbia ricorda a tutti che anni fa, questo luogo ai Murazzi era il simbolo della navigabilità del fiume Po.

Cosa attendersi quindi per il futuro? Quel che è certo è che nel 2021 non si tornerà a navigare sul Po. La clessidra rimane ferma a quel nefasto 25 novembre 2016, giorno della deriva dei due battelli. L'obiettivo dell'amministrazione, prima della fine del mandato, è quello di bandire la gara per l'acquisizione di un unico battello. A quel punto ci vorranno dai 12 ai 18 mesi per mettere in acqua la nuova barca. Come se non bastasse, a dover essere totalmente rifatti sono poi gli attracchi.

Il nuovo battello a trazione ibrida elettrica-diesel, con una capienza di 60 persone, peserà 12 tonnellate. Si potrà ricaricare a ogni sosta, grazie all'autonomia totalmente elettrica di un'oretta circa. Il costo è di un milione di euro lordi, al netto di eventuali ribassi di gara. 

Cifre e cronoprogrammi ampiamente discussi dall'amministrazione, ma prima di riprendere a navigare sul Po bisognerà portare ancora tanta pazienza.

Massimiliano Sciullo e Andrea Parisotto

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